Lo aveva già affermato la scorsa settimana, al margine dell’incontro tra una delegazione Anci e il premier Conte. “Ritengo sbagliato che alcuni sindaci abbiano deciso di disobbedire sul decreto sicurezza”. E lo ha ribadito ieri, il sindaco di Torino Chiara Appendino, durante la discussione sulla relativa interpellanza in Consiglio comunale.
“È sbagliata la presa di posizione di alcuni sindaci contro il decreto sicurezza – ha dichiarato – perché non ha favorito un rapporto costruttivo col Governo. Io penso – ha continuato la sindaca – che la nostra sfida come amministratori pubblici non sia disobbedire per fare un atto simbolico che non ha concretezza. Noi dobbiamo in primis garantire che la rete di accoglienza, che coinvolge diversi soggetti, possa funzionare bene e, in secondo luogo, tutelare chi ha diritto e chi è in difficoltà”.
Decreto sicurezza: Chiara Appendino, il decreto non era perfetto ma…
Chiara Appendino faceva parte della schiera dei sindaci non entusiasti del decreto sicurezza, e aveva subito dichiarato le sue perplessità. Soprattutto riguardo al tema del domicilio rispetto alla residenza per l’erogazione dei servizi essenziali. Punto che, nelle settimane scorse, era diventato oggetto di discussione nel Consiglio torinese dopo la presentazione di un atto da parte della stessa prima cittadina.
“Il decreto non era perfetto – ha continuato – ma è stato fatto un percorso per migliorarlo con l’Anci. Abbiamo dato un documento a Conte che è stato approvato da ottomila sindaci. Praticamente all’unanimità”. E ancora: “su parte delle richieste dei sindaci il Governo stava già lavorando. Attendiamo dunque – ha concluso la sindaca di Torino – delle circolari interpretative ministeriali che tolgano i dubbi che avevano molti sindaci”.
Decreto sicurezza: Appendino, le repliche dell’opposizione
“Le preoccupazioni del M5S per gli effetti del decreto Salvini sul nostro sistema di servizi sociali sembrano svanite, spazzate via da una lealtà cieca al governo gialloverde” ha replicato Maria Grazia Grippo, consigliera del Partito Democratico. “Governo che – ha continuato – al momento non ha trovato né soldi né soluzioni per affiancare i Comuni alle prese con le espulsioni dai centri di accoglienza”.
E ancora Grippo: “anche la sindaca si nasconde dietro l’etichetta Anci e nega l’emergenza brandendo due ridicole circolari del ministero che, con qualche piccolo accorgimento, spostano di fatto in avanti nel tempo il problema, diluendolo in futuro dall’orizzonte non meglio definito, se non con il calendario elettorale. E – conclude la consigliera dem – tace la sindaca sul fatto che a distanza di mesi dal varo della legge la sua assessora sia incapace di dare le dimensioni del dopo-Decreto, sia in termini di maggiori spese per la protezione sociale, destinate a scaricarsi sul bilancio del Comune, sia in termini di posti di lavoro a rischio nel sistema dell’accoglienza”.
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