Cina ultime notizie: crescita mai così bassa dal 1990

Pubblicato il 23 Gennaio 2019 alle 16:11 Autore: Michele Mastandrea

Cina ultime notizie: crescita mai così bassa dal 1990. Il calo è dovuto all’impatto della guerra commerciale con gli Stati Uniti ma non solo

Cina ultime notizie: crescita mai così bassa dal 1990
Cina ultime notizie: crescita mai così bassa dal 1990

L’economia della Cina ha registrato il minor tasso di crescita negli ultimi 28 anni. Ci riferiamo ai dati rilasciati lo scorso lunedì dall’Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino. Dati per i quali la crescita nel 2018 si sarebbe fermata al 6,6%, calando dello 0,2% rispetto al 2017. Numeri che riflettono l’impatto dei dazi Usa ma soprattutto dell’ambiente negativo a livello economico su scala globale. Lo stesso Fondo Monetario Internazionale negli ultimi tre mesi ha rivisto al ribasso due volte le stime del suo World Outlook. La crescita cinese è stata negli ultimi tre decenni il principale motore dell’economia internazionale.

Il progresso economico è da sempre considerato vitale dal Partito Comunista al fine di mantenere la stabilità sociale nel paese. Lo stesso Presidente Xi Jinping ha affermato relativamente ai dati che l’economia cinese sta affrontando profondi e complicati cambiamenti. Inoltre, Xi ha descritto la necessità di tenersi pronti per rispondere ai “cigni neri” sventando allo stesso tempo il rischio di “rinoceronti grigi”. Nel primo caso, si parla di eventi imprevedibili che portano a dure conseguenze, nel secondo di eventi prevedibili ma non affrontati con la dovuta determinazione.

Cina, ultime notizie: le prossime mosse del governo

Le dichiarazioni di Xi sono di fatto una introduzione alle prossime misure economiche che verranno attuate dal governo cinese. Misure che si inseriscono sulla scia dell’ampio programma di stimolo fiscale varato da Pechino negli scorsi mesi. Ad esserne beneficiari saranno soprattutto i nuclei familiari interni alla fasce di reddito più basse. Questi hanno già visto di recente visto aumentare la no tax area da parte del governo. Preoccupa agli occhi dei decisori politici proprio la diminuzione del consumo interno in Cina. Questo è inteso come la chiave per trasformare la propria economia in senso meno dipendente dalle esportazioni e quindi dalle fluttuazioni dell’economia globale.

Inoltre, anche le piccole imprese avranno dedicato un programma di sgravi, finalizzato alla difesa della loro occupazione. In generale l’accesso al credito dovrebbe essere foraggiato dalle recenti decisioni della Banca Centrale del paese. Questa ha approvato una serie di progressivi abbassamenti della quota di riserve obbligatorie da detenere da parte di ogni istituto di credito in Cina. Nelle intenzioni di Pechino, la manovra dovrebbe permettere ad una maggior quantità di denaro di riversarsi nell’economia, stimolando la crescita.

A marzo, durante la riunione annuale dell’Assemblea Nazionale del Popolo, dovrebbero essere varate ulteriori misure fiscali espansive. Misure che però, come sottolineano alcuni osservatori, potrebbero avere la controindicazione di aumentare ulteriormente l’indebitamento del paese. Nel solo 2018 la spesa pubblica è aumentata dell’8,7% rispetto all’anno precedente, di contro all’aumento del solo 6,2% delle entrate fiscali.

Soprattutto i governi locali potrebbero subire le conseguenze dell’aumento del debito, avendo difficoltà nel finanziare i propri progetti di sviluppo. Non a caso Xi ha affermato la necessità proprio per i governi locali di bilanciare il supporto alla crescita con il controllo dei possibili rischi. Un equilibrio difficile da raggiungere nella pratica, anche e soprattutto dal punto di vista della stabilità sociale.

Cina, ultime notizie: a breve nuovi colloqui con gli Usa

Nel frattempo però si accumulano le voci su un possibile esito positivo dei colloqui con gli Stati Uniti in merito ai rapporti commerciali tra i due paesi. Il segretario di stato Usa Pompeo, intervenendo in videoconferenza al Forum di Davos, si è detto fiducioso che un accordo possa essere raggiunto. Così evitando quello che alcuni definiscono l’inevitabile conflitto tra le due superpotenze.

La tregua è vista come necessaria anche in patria. Si sono moltiplicati infatti negli ultimi mesi gli appelli ad una risoluzione del conflitto. Questo impatta fortemente sulle possibilità di business da parte degli imprenditori americani. Ma anche sui prezzi dei beni di consumo importati dal paese asiatico per quanto riguarda i consumatori. L’accordo eviterebbe l’innalzamento, a partire da marzo, dei dazi Usa dal 10% al 25% su circa 200 milioni di dollari di beni importati dalla Cina.

Parlando della Cina come di un paese aggressivo verso i suoi vicini e tendente al totalitarismo, Pompeo ha però affermato che sui temi del libero commercio e dei diritti di proprietà intellettuale i due paesi stanno facendo passi avanti. I prossimi colloqui tra i due paesi sono in calendario per il 30-31 gennaio. Per uno dei principali negoziatori americani, Larry Kudlow, questo meeting potrebbe avere una grande importanza per risolvere l’attuale conflitto. Il 1 marzo scade la tregua di 90 giorni concordata a Buenos Aires.

Cina, ultime notizie: non solo conflitto commerciale

Eppure lo scontro tra Usa e Cina non riguarda solo l’ambito commerciale. Prosegue infatti quello in ambito tecnologico, combattuto anche in base a manovre giudiziarie. Gli Usa hanno chiesto formalmente l’estradizione di Meng Wanzhou, direttrice finanziaria di Hauwei arrestata in Canada nel dicembre scorso. La Cina ha reagito nelle scorse settimane arrestando diversi cittadini canadesi accusati di aver violato leggi del paese, per quanto negando formalmente ogni accusa che gli arresti fossero una ritorsione rispetto al caso Meng.

Inoltre, proseguono le tensioni geopolitiche per quanto riguarda la situazione nel Mar Cinese Meridionale, sul tema di Taiwan e sulla Penisola Coreana. Su questo ultimo tema, è praticamente confermato un prossimo incontro tra Trump e Kim per la fine di febbraio. Ad ospitare il meeting, che dovrebbe portare a significativi passi avanti sul tema sopratutto rispetto alla trasformazione economica del paese, sarà il Vietnam.

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L'autore: Michele Mastandrea

Nato nel 1988, vive a Bologna. Laureato in Relazioni Internazionali all'università felsinea, su Termometro Politico scrive di politica estera ed economia.
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