Laurea e riscatto per pensione
Le nuove modalità per il riscatto della laurea “agevolato” sono contenute all’interno del “decretone” che introduce Reddito di cittadinanza e Quota 100. Più precisamente, si trovano nello stesso capitolo relativo alla cosiddetta “pace contributiva”.
Riscatto laurea: non incide sull’importo della pensione
Innanzitutto, bisogna sottolineare che il riscatto della laurea agevolato così come sembra verrà modificato servirà esclusivamente a raggiungere prima l’età contributiva necessaria ad andare in pensione. In pratica, i contributi che si guadagneranno con il riscatto non andranno ad aumentare l’importo dell’assegno previdenziale che si percepirà dopo l’uscita dal lavoro.
Detto ciò, sono due i requisiti fondamentali per accedere al riscatto della laurea agevolato. In primo luogo, potranno riscattarla soltanto coloro che hanno meno di 45 anni d’età. Il limite dell’età anagrafica chiude la porta a molti che puntavano alla pensione anticipata con Quota 100. In secondo luogo, il riscatto sarà possibile solo per i periodi interamente soggetti al sistema contributivo. Questo significa che non potranno essere riscattati gli anni di studio (laurea e dottorato) precedenti all’anno 1996, quando il sistema di calcolo della pensione era retributivo, appunto.
Riscatto laurea: il calcolo
Dunque, come si fanno a calcolare i periodi da riscattare? Da ricordare che il calcolo del riscatto agevolato parte da novembre del primo anno di immatricolazione e prosegue per tutti gli anni di durata “ufficiale” del corso. Non valgono gli anni da “fuori corso”. Per quanto riguarda i costi, basta dire che è lo stesso del riscatto per gli inoccupati.
Quindi, va moltiplicata l’aliquota de 33% per il reddito minimo soggetto all’imposizione della Gestione separata Inps (15.710 euro per il 2018). Andando alle cifre si parla di poco più di 5mila euro per ogni anno da riscattare, molto meno di quanto previsto finora (il calcolo si basa sull’imponibile dell’ultima retribuzione).
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