Si conclude nel peggiore dei modi la storia di Julen Rossello il bambino caduto in un pozzo delle campagne di Totàlan, nei pressi di Malaga, in Spagna, nonostante il lavoro senza sosta dei soccorritori. La triste notizia è arrivata nella notte.
Julen Rossello: 13 giorni di lavori senza sosta
Julen Rossello, di soli due anni e mezzo, è caduto in un pozzo artesiano largo 25 centimetri e profondo circa 100 metri nel primo pomeriggio dello scorso 13 gennaio. Stava passeggiando insieme ai genitori nel terreno di proprietà di alcuni parenti. Localizzato a 70 metri, subito sono cominciate le operazioni di soccorso, anche se dal piccolo non arrivava nessun segnale di vita. Vigili del Fuoco e Guardia Civil hanno guidato le operazioni: prima è stato scavato un tunnel verticale parallelo al pozzo, poi uno orizzontale che collegasse il tunnel al pozzo.
D’altra parte, i lavori hanno subito dei ritardi a causa del terreno, in alcuni tratti roccioso (tanto da richiedere l’uso di alcune microcariche di esplosivo). 13 giorni in cui i soccorritori non si sono risparmiati anche se le speranze di trovare Julen vivo erano decisamente ridotte. Come rilevato dalle prime ricostruzioni, Julen è atterratto dopo una caduta libera ad alta velocità.
Julen Rossello: solo una tragica fatalità?
Continuano le indagini della polizia spagnola per accertare eventuali responsabilità. Innanzitutto, le domanda degli inquirenti si sono concentrate sul pozzo; scavato per la ricerca dell’acqua: perché non era stato messo in sicurezza? Il proprietario del terreno e l’azienda che ha eseguito i lavori di scavo si accusano a vicenda; l’unica certezza è che i lavori non erano mai stati autorizzati.
Una vicenda quella del piccolo Julen che ricorda quella altrettanto triste di Alfredino Rampi. Il bambino di 6 anni caduto in un pozzo a Vermicino nel giugno del 1981. Venne ritrovato morto dopo tre giorni e tre notti di incessanti tentativi di raggiungerlo.
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