Importo assegno con Quota 100
Pensioni ultima ora: il decreto è stato approvato lo scorso 17 gennaio dal consiglio dei ministri. I passaggi successivi prevedono la firma del presidente della Repubblica e la conseguente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Le norme entreranno in vigore una volta pubblicato in GU il decreto contenente le misure attinenti il reddito di cittadinanza e previdenziali. E nel frattempo il Parlamento sarà chiamato alla conversione in legge con la possibilità di approvare emendamenti con cui introdurre eventuali modifiche. Sarà l’Inps a gestire le pratiche di accesso alla pensione dei lavoratori che avranno o hanno conseguito i requisiti previsti. Lo stesso ente dovrà a breve specificare le modalità operative che gli stessi lavoratori devono rispettare.
Pensioni ultime notizie, attesa crescente dei lavoratori
Facile immaginare quanto sia alta l’attesa. Soprattutto da parte dei lavoratori che ormai prossimi alla pensione, aspettano solo di sapere cosa fare per inoltrare la domanda.
Stando ad alcune indiscrezioni i tecnici dei ministeri hanno individuato gli importi medi di coloro che accederanno a Quota 100. Ricordiamo che con Quota 100 ci si riferisce alla opzione per andare in pensione riservata a chi ha maturato i due requisiti principali. Aver raggiunto almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi versati.
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Pensioni ultime notizie, previsioni importi pensioni anno 2019
Quale sarà l’importo complessivo per l’anno 2019 per i lavoratori che potranno accedere a Quota 100? Secondo le stime saranno i seguenti: 28.300 euro per i lavoratori privati, 18.400 euro per i lavoratori autonomi e 30.200 euro per i dipendenti pubblici.
Sempre secondo le previsioni elaborate dai tecnici saranno poco più di diecimila le persone che utilizzeranno il sistema introdotto per riscattare gli anni relativi alla laurea. Circa 3.500 persone per ognuno degli anni compresi nel triennio in cui varrà Quota 100, cioè 2019-2020-2021.
Nel frattempo sia le componenti sindacali che le forze politiche di opposizione continuano ad esternare le perplessità in merito alle misure di prossima applicazione. Tra le critiche più frequenti c’è l’accusa verso l’esecutivo di scaricare i costi della riforma sulle prossime generazioni. In pratica favorire chi oggi ha più di 60 anni a danno dei futuri lavoratori, ovvero di chi oggi ha 20 anni o poco più.
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