Sul fronte pensioni ultime notizie riportano la eco di calcoli e simulazioni, stime e considerazioni finali su Quota 100. La risposta più cercata al momento tra i lavoratori prossimi al pensionamento (anticipato) è la seguente: Quota 100 conviene? Per fornire una soluzione a questo dilemma, è necessario tirare in ballo le proprie esigenze. È vero che con Quota 100 si perde un po’ sotto il profilo economico (e se ne guadagna di vita libera da impegni professionali). Ma ciò sarebbe vero soprattutto all’inizio. Una considerazione, infatti, va fatta sul tempo nel quale si percepisce l’assegno pensionistico. Perché guardando a lungo termine e considerando l’aspettativa di vita, alla fine il 15% in meno sull’assegno con il quale si parte all’inizio potrebbe venire compensato.
Pensioni ultime notizie: Quota 100, assegno ridotto ma conviene a lungo termine?
Stando a calcoli riferiti dal Messaggero, se un lavoratore esce 4 anni prima del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, e dunque a 63 anni, potrebbe partire con un assegno ridotto del 15% rispetto a quanto percepirebbe con la pensione di vecchiaia. Stando però alle rilevazioni del quotidiano romano, che prende come riferimento le ultime rilevazioni Istat, la speranza di vita all’età di 67 anni sarebbe di altri 19 anni.
L’assegno di Quota 100 ridotto del 15% rispetto a quello di vecchiaia potrebbe venire così compensato dal lungo termine. “Gli importi lordi corrispondenti alla pensione più bassa, rivalutati ogni anno per l’inflazione, si sommano per un periodo più esteso, raggiungendo un importo complessivo che è alla fine maggiore di circa il 3 per cento rispetto alla corrispondente somma sempre lorda messa insieme da chi ha lasciato il lavoro dopo”. A tutto questo si aggiunge anche una tassazione proporzionalmente più elevata sull’assegno pensionistico ordinario. Cosicché in conclusione si arriverebbe a un 7% di convenienza economica in più a vantaggio del trattamento pensionistico di importo inferiore.
Pensioni ultime notizie: Quota 100 conviene? Considerazioni finali
Quanto sopra riportato si rifà a stime e calcoli che restano comunque sul piano teorico. Alla fine, chi lavora di più, avrà forse una pensione più alta e di conseguenza più tassata e al tempo stesso meno anni di percezione dell’assegno pensionistico di fronte a sé (in media). Tuttavia è anche vero che quando un lavoratore va in pensione con Quota 100 a 63 anni, per 4 anni non ha la possibilità di cumulare reddito di lavoro (fatta eccezione per un massimo di 5.000 euro per lavoro autonomo occasionale), mentre chi va in pensione di vecchiaia continua a percepire uno stipendio (e a versare i contributi).
Dal punto di vista economico, quest’ultimo avrà la possibilità di percepire comunque di più rispetto al pensionando che sceglie Quota 100. Con la differenza che quest’ultimo potrà godersi dai 5 a 1 anno (a seconda del tempo di scelta) di pensione in più. La convenienza di Quota 100, dunque, resta sempre un argomento soggettivo.
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