Diritti dei bambini Unicef e convenzione diritti sull’infanzia
Unicef. Qual è la fonte fondamentale che regola i diritti dei bambini e quali sono i principi fondamentali che tale trattato internazionale di contiene.
C’è una fonte del diritto che è stata, nel tempo, oggetto di ratifica – e quindi di accoglimento – da parte di una grande pluralità di Stati (per la precisione 196). Si tratta della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (la cosiddetta Convention on the Rigths of the Child). Vediamo di seguito a quali principi guida è orientata e alcuni articoli cardine del testo.
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Diritti dei bambini: finalità e struttura della Convenzione ONU
È chiara la rilevanza di un tale testo internazionale, nel definire i diritti e le tutele per i bambini di tutto il mondo. Infatti è il riferimento costante dell’UNICEF fin dal 1989, data in cui è stata approvato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Questo documento è stato realizzato nell’ottica di armonizzare esperienze culturali diverse e differenti sistemi giuridici, al fine di riconoscere e garantire pienamente i diritti dei bambini.
Ad ulteriore tutela, tale convenzione prevede anche un meccanismo di controllo sull’attività degli Stati aderenti, in modo che ciascuno di essi presenti al Comitato – un organo indipendente – resoconti periodici sull’attuazione dei suddetti diritti. Tale documento è composto da 54 articoli e 3 protocolli opzionali (e cioè ulteriori accordi internazionali sui bambini in guerra, sullo sfruttamento sessuale, sulla procedura per i reclami).
Diritti dei bambini: quali sono i principi della Convenzione ONU
L’Italia, nello specifico, ha ratificato la Convenzione con la legge n. 176 del 27 maggio 1991 e ha fino ad oggi presentato al Comitato sui Diritti dell’Infanzia quattro Rapporti. Vediamo ora a quali principi cardine si ispira questo trattato internazionale. Anzitutto il testo richiama il principio della non discriminazione, all’articolo 2. E pertanto sancisce che i diritti qui scritti debbono essere garantiti a tutti i minori. Ciò senza alcun tipo di distinzione o esclusione in base, ad esempio, a colore della pelle, religione o lingua. Inoltre nel successivo articolo 3 è evidenziato il superiore interesse del minore. Ciò comporta che ogni legge o provvedimento o anche sentenza, anche in situazioni problematiche, deve seguire la priorità della tutela del bambino.
Altro principio fondamentale è quello relativo al diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (segnalato all’art. 6): gli Stati firmatari del trattato si impegnano perciò a sfruttare tutte le risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini. Ciò sia autonomamente, sia in cooperazione con uno o più Stati. Fondamentale è anche l’affermazione della rilevanza dell’ascolto delle opinioni e dei pensieri del minore (all’art. 12 del trattato): ciò comporta che in ogni processo decisionale che ha ad oggetto uno o più minori, debbono essere tenute in giusta considerazioni le opinioni, le idee e gli orientamenti di essi.
Diritti dei bambini: altri punti chiave della Convenzione ONU
Meritano menzione anche ulteriori disposizioni del trattato ONU sui diritti e le tutele dei minori. Come ad esempio l’art. 7, il quale afferma il diritto ad avere un nome ed una nazionalità, evitando così lo status di apolide. Ciò contribuisce alla tutela di un altro diritto previsto dalla Convenzione – all’art. 8 – quello relativo all’identità.
Di seguito nel testo sono citati anche i diritti dei minori a poter vivere con i genitori e a poter seguire la religione che preferiscono, senza imposizioni di sorta. All’art. 15 è sancito il diritto di riunirsi tra minori, al fine di condividere iniziative e passatempi. Altre disposizioni ugualmente rilevanti, che meritano quanto meno di essere accennate, sono quelle relative all’affermazione della responsabilità genitoriale verso i figli, alla lotta ai maltrattamenti, all’adozione e alla tutela dei minori con handicap fisici o mentali.
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