Abbiamo già parlato recentemente del sistema previsto dal legislatore, con riguardo alla patente a punti. Ora vediamo più da vicino che cosa le norme prevedono circa la circolazione con auto estera e la correlata procedura di decurtazione dei punti.
Patente auto estera: qual è la normativa italiana di riferimento e a quali soggetti va applicata
Anzitutto la legge italiana che disciplina questo settore è da rintracciarsi nel D. Lgs. n. 9 del 2002, il quale ha espressamente previsto il sistema della patente a punti, introdotto di fatto nel Codice della Strada. Una successiva circolare del Ministero dei Trasporti ha più specificamente chiarito diversi aspetti relativi all’utilizzo della patente a punti (circolare ministeriale n.300 del 2003).[
Prima di soffermarci sulla questione delle patenti estere, richiamiamo brevemente che cos’è il sistema della patente a punti e che finalità ha. Tale istituto esiste al fine di tutelare con maggior forza la sicurezza stradale e l’incolumità degli automobilisti e dei pedoni; esso si fonda sulla previsione della doppia sanzione, pecuniaria e accessoria. Ogni automobilista neopatentato, ha un punteggio di 20 punti, il quale può aumentare se non commette infrazioni nel biennio. Il limite massimo di punti è 30. Invece, se commette una o più infrazioni di vario tipo al Codice della Strada, subirà decurtazioni variabili.
Circa i soggetti destinatari di tale normativa, essi sono coloro che hanno una patente rilasciata in Italia, oppure patenti rilasciate in altro Stato della UE, di proprietà di cittadini ora stabilmente residenti nella penisola (però con riconoscimento dell’originaria patente, attraverso l’applicazione di una specifica etichetta sulla patente stessa). La normativa si applica però anche agli automobilisti che circolino in Italia con patente estera.
Patente auto estera: che cosa succede in caso di infrazione al Codice della Strada
Ora chiariamo che cosa succede a quelle patenti straniere e rilasciate da uno Stato non facente parte della UE, oppure alle patenti di uno Stato comunitario, il cui titolare non è residente in Italia e non ha ottenuto quindi il relativo riconoscimento. La normativa italiana è nitida a questo proposito: la diminuzione di punti – a seguito di infrazione – vale anche verso gli automobilisti appena citati, per il solo fatto che la violazione sia stata commessa su una strada del suolo italiano. E ciò vale anche per quelle patenti rilasciate in Paesi dove non è disciplinato alcun sistema di decurtazione dei punti.
Un’altra particolarità di non poco conto è che, se l’automobilista con patente straniera non ha più punti perché ha commesso una serie di infrazioni, non potrà ottenere la revisione della patente stessa. Non ci saranno per lui nuovi test teorici e pratici, dato che l’autorità – in queste circostanze – emetterebbe un cosiddetto
provvedimento interdittivo della circolazione, il quale ha durata variabile.
In conclusione, vediamo che cosa è previsto per l’automobilista italiano, che circoli con patente straniera. Pertanto il titolare di patente – secondo la normativa vigente – non ha obbligo di comunicare le variazioni di punteggio e non può ottenere i premi previsti in caso di guida corretta. In passato a tale automobilista era anche impedito di svolgere l’esame di idoneità (in ipotesi di totale perdita dei punti), proprio come nel caso dello straniero con patente straniera non riconosciuta. Da poco però è intervenuta una sentenza della Corte di Cassazione, la quale nel 2016 ha stabilito l’estensione di tutte le norme del Codice della Strada anche ai titolari di patente estera, definendo irragionevole il caso del guidatore italiano con patente estera, impossibilitato a svolgere il test tecnico per evitare il provvedimento di interdizione.
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