Siamo i maggiori studenti di beni culturali e materie umanistiche. Questo è quello che emerge dai dati più recenti di Eurostat sulle iscrizioni all’università in Europa.
Abbiamo misurato cosa italiani, francesi, tedeschi, spagnoli, ecc scelgono maggiormente di studiare dopo le scuole superiori.
Ed emergono notevoli differenze tra Paese e Paese. È possibile osservarle scegliendo un gruppo di facoltà, così come sono classificate ufficialmente dall’istituto di statistica, per capire quindi dove sono prescelte maggiormente.
Ecco quindi le materie umanistiche, selezionate dal 16,2% degli italiani, ma solo dal 6% degli svedesi per esempio.
Ingegneria raggiunge il massimo del gradimento in Germania, con il 22% delle preferenze, e meno nel Lussemburgo, 6,6%. È preferita dal 14,8% degli italiani.
In Lussemburgo si preferisce invece economia e legge, scelte da più del 40% degli studenti. In Italia si tratta del 19,3%, meno che in Francia e Germania, più che in Spagna.
Sono invece i belgi quelli che più di tutti aspirano a diventare medici. Sceglie medicina il 26,5% di loro, mentre solo il 13,7% degli universitari italiani.
Università in Europa, le differenze tra uomini e donne – infografiche
Non ci sono solo le distanze tra Paese e Paese, ma anche tra i sessi.
Soprattutto per alcune facoltà la percentuale di donne e di uomini che le frequentano varia molto. Le facoltà umanistiche, in cui gli italiani hanno un primato, sono scelte nel nostro Paese dal 19,5% delle donne e dal 11,1% degli uomini.
Negli altri Paesi le distanze sono spesso minori. Per esempio nel caso degli studi economici di legge. In Europa in media sono scelti paritariamente da uomini e donne, anzi, con una leggera prevalenza di donne. In Italia invece soprattutto dagli uomini, che si iscrivono a queste facoltà il 5% in più.
A medicina nel nostro Paese c’è invece un divario inferiore che a livello europeo, dove le donne preferiscono iscriversi a questi studi il doppio degli uomini, in Italia solo il 2% in più.
Il massimo della differenza è a ingegneria, scelta dal 24,3% dei ragazzi italiani e solo dal 8,1% delle ragazze. È un divario questo però presente un po’ ovunque.
In Germania per esempio si va dal 35,5% al 8,9%. Si tratta, pare, di una tendenza strutturale e di lungo periodo
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