Come è noto, non è certo un periodo facile per banca Carige, una delle banche più antiche al mondo. Da diversi mesi infatti si trova sotto i riflettori, visto anche il dibattito acceso dal decreto-legge Carige.
Già nel 2017, a seguito di quattro bilanci in rosso consecutivi, era stato previsto un piano di risanamento. L’obiettivo non è stato ancora raggiunto e nell’ultimo anno si sono avuti molti cambi nel Consiglio di Amministrazione.
A novembre 2018 era stato varato un piano di rafforzamento patrimoniale concordato con la BCE, che però è naufragato sul nascere, vista l’astensione in cda del socio di maggioranza. Tale piano prevedeva, tra le altre cose, un aumento di capitale e la sua bocciatura ha messo in seria crisi la governabilità aziendale.
Il commissariamento della banca e l’intervento del governo
Ciò ha spinto la BCE a commissariare la banca, che dal 2 gennaio 2019 è in amministrazione straordinaria, a seguito delle dimissioni concordate del vecchio cda. L’intervento della BCE rappresenta un unicum nel panorama bancario italiano e la finalità è sicuramente quella di incorporare banca Carige in un gruppo più forte.
Vista la delicatezza della situazione, il governo è intervenuto su Carige con la decretazione d’urgenza. Secondo il Presidente del Consiglio infatti, si è reso necessario l’intervento per: “Offrire le più ampie garanzie di tutela dei diritti e degli interessi dei risparmiatori della Banca Carige, in modo da consentire all’amministrazione straordinaria di recente insediata di perseguire in piena sicurezza il processo di consolidamento patrimoniale e di rilancio delle attività dell’impresa bancaria”.
Cosa prevede il decreto legge Carige
Il decreto prevede delle forme di sostegno pubblico per Carige, tra le quali ad esempio la garanzia dello Stato a favore della banca su passività di nuova emissione e sui finanziamenti straordinario erogati dalla BCE o banca d’Italia. È aperta inoltre la possibilità di un intervento statale sul capitale della banca e di un’eventuale ricapitalizzazione precauzionale.
Molte analogie tra Carige e MPS
Molte analogie quindi con quanto già fatto dal precedente governo con Mps, dove tra l’altro il Ministero dell’Economia e delle Finanze è ora azionista per il 68,24%.
Il decreto-legge Carige dovrà ora essere convertito. Al momento è aperta la discussione alla Camera in Commissione Finanze. Sono stati presentati 87 emendamenti, dei quali però molti non hanno superato il vaglio di ammissibilità in Commissione, per la loro non omogeneità con il testo del decreto.
Gli emendamenti del decreto legge Carige
Non hanno superato il vaglio di ammissibilità diversi emendamenti. Tra questi, la proposta di inasprimento delle pene e delle sanzioni per alcune tipologie di reati commessi da dirigenti bancari nell’esercizio delle loro funzioni.
Saltata anche la modifica della disciplina sul conflitto di interessi tra dipendenti e dirigenti delle autorità di viglilanza bancarie e finanziarie; così come la proposta di introduzione di un’assicurazione obbligatoria per la responsabilità aquiliana dei dirigenti bancari per le loro attività.
Inammissibile anche l’emendamento che prevedeva la predisposizione di un tetto massimo agli stipendi e compensi dei dirigenti della banca nell’eventualità di una ricapitalizzazione della banca.
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