È tempo di vacche magre per i partiti. Le entrate sono in netto calo. Come in una tenaglia concorrono al fenomeno sia la disaffezione del grande pubblico, con sempre meno iscritti e militanti, sia il cambiamento delle leggi sul finanziamento pubblico.
A questo si aggiunge il fatto che non c’è nel nostro Paese, al contrario di quanto avviene nel mondo anglosassone, una tradizione di donazioni private da parte di imprese, fondazioni, singoli milionari. È al di fuori della nostra cultura di riferimento.
I numeri di Openpolis sono chiari. Tra il 2013 e il 2017 c’è stato un crollo da 88,6 a 33,5 dei milioni di euro incassati dai partiti.
Questa diminuzione è dovuta alla progressiva cancellazione dei rimborsi elettorali, che per esempio nel 2013 ammontavano a 40 milioni per i partiti registrati. Nel 2017 tuttavia sono stati definitivamente aboliti e sostituiti dal 2xmille, che però genera ben altre entrate, decisamente minori. Nel 2017 per esempio solo di 15,3 milioni di euro.
Per esempio il PD nel 2013 aveva avuto 24,7 milioni in rimborsi, nel 2017 solo 8 milioni dal 2Xmille. La Lega è passata dai 6,5 milioni di rimborsi a 1,9 milioni di 2X1000
Si salvano i finanziamenti ai gruppi parlamentari, vera ancora di salvezza per i partiti. Che in alcuni casi, come quello del PD, hanno superato quello pubblico generale. 9,4 milioni nell’ultima legislatura contro 69,6.
Nel caso del Movimento 5 Stelle non vi è finanziamento pubblico, vista l’assenza di uno statuto in linea con la legge, come si sa. Ma riceve risorse come gruppo parlamentare, e i parlamentari per esempio in questa legislatura dovranno versare una quota fissa alla piattaforma Rousseau, che in totale ammonterà a 5,9 milioni di euro.
Soldi ai partiti, i contributi dei privati
Come si diceva non siamo mai stati un popolo molto disponibile a finanziare la politica. E ora ancora di meno. Tra 2013 e 2017 le donazioni private sono calate del 71,6%, da 38,45 milioni a 15,3 milioni. Con solo un piccolo recupero nell’ultimo anno, forse per l’avvicinarsi delle elezioni.
Consideriamo poi che spesso queste donazioni dai privati altro non sono che versamenti degli eletti. Per alcuni partiti si tratta quasi solo di questa fonte. Come per Sel e Lega. Solo per PSI e Rifondazione questi costituivano meno della metà delle fonti private.
Ci sono poi i proventi delle iscrizioni ai partiti, di fatto sono i finanziamenti dai militanti. Anche questi però, manco a dirlo, sono stati in calo la scorsa legislatura.
Nel 2017 si è toccato il minimo con 1,5 milioni di euro. Basti pensare che nel 2014 si era arrivati a 7,11%
Per alcune formazioni però queste entrate sono determinanti, soprattutto per i piccoli partiti con pochi deputati e nessun gruppo parlamentare. Nel caso del PSI hanno costituito nel 2017 quasi metà degli introiti. Per Fratelli d’Italia il 29,5%. Il 12,1% per Forza Italia. Pochissimo, meno dell’1% per PD e Lega Nord.
È chiaro che questa scarsa disponibilità di risorse finanziarie da parte dei partiti ha pesato poi sulle spese, che si sono ridotte sensibilmente come avremo occasione di spiegare in un articolo a parte.
Sarà interessante osservare come muteranno le cose in questa legislatura, che si potrebbe preannunciare di rottura da ogni punto di vista.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it