Cambio residenza: visita vigili, patente e documenti. Cosa sapere
Che cosa è meglio sapere in tema di cambio di residenza e quali operazioni compiere. I controlli da parte della polizia municipale.
Abbiamo già parlato di residenza, e in particolare con riferimento al valore di prova che ne ha la notifica (clicca qui per saperne di più). Ora vediamo perché è importante rendere noto il cambio di residenza, dato che la legge prevede specifici obblighi per chi compie questa decisione.
Cambio residenza: esso è un obbligo in capo al cittadino e cosa dice la legge
La legge non ammette dubbi in proposito: chi cambia dimora, deve modificare la residenza. E se conserva nel tempo la stessa dimora, non può cambiare residenza. Pertanto sebbene dimora e residenza siano concetti distinti (il primo indica il luogo dove vive abitualmente una certa persona, il secondo invece il mero luogo così come registrato all’Anagrafe), affinché la legge sia rispettata, il cittadino deve far coincidere entrambe.
Pertanto abbiamo che, se una persona sposta la propria dimora ad un altro luogo, deve entro i 20 giorni successivi (termine perentorio stabilito dal legislatore), modificare anche la residenza. Dovrà farlo indicando il cambio all’Anagrafe del nuovo Comune di residenza.
Cambio residenza: cosa sapere sul controllo da parte dei vigili e cosa accade se non trovano nessuno
Oggi il cambio di residenza è un’operazione molto rapida, che è fatta con una autocertificazione al Comune. A cui segue l’aggiornamento automatico dei registri dell’Anagrafe. C’è un particolare però di non poco conto: è il fatto che, nei 45 giorni successivi alla richiesta di modifica, il Comune si servirà della polizia municipale, per svolgere i controlli di verifica di quanto dichiarato. Controlleranno cioè che la persona effettivamente viva lì, nella nuova dimora.
Nel caso in cui, al primo controllo, non trovassero nessuno, potranno svolgere indagini sul luogo (potranno ad esempio ottenere informazioni dai vicini oppure dal portiere). In base alle ulteriori risultanze, potranno decidere se svolgere in seguito un secondo controllo, o se ritenere conclusa la visita in modo positivo. Qualora invece non ottenessero alcuna informazione utile e, all’esito di una seconda visita non trovassero nuovamente nessuno, potranno considerare la dichiarazione di residenza come falsa.
Brevemente, una eventuale falsa attestazione di residenza ha implicazioni civili, fiscali e penali. Dal punto di vista penale, potrebbe essere accertato il reato di falso in atto pubblico. Sul piano del diritto civile, il cittadino subisce la revoca della richiesta di cambio di residenza, che è considerata come mai avvenuta. Fiscalmente, essendo il cambio di residenza talvolta orientato anche ad ottenere agevolazioni nel pagamento delle tasse, potrebbe succedere che sia imposto di restituire le somme indebitamente ottenute, oltre ad interessi e sanzioni.
Cambio residenza: come aggiornare la patente
Non bisogna dimenticare però che, se chi cambia la residenza, ha anche una patente, deve aggiornare pure quella. È un particolare che non deve essere trascurato, dato che qualora sia contestata una multa e le autorità scoprissero una incongruenza tra indirizzo in patente e quello dichiarato, l’automobilista potrebbe anche subire il sequestro del mezzo per ulteriori accertamenti. La modifica della residenza sulla patente è svolta rapidamente, presso l’ufficio comunale designato, compilando uno specifico modulo. Con in allegato le fotocopie di patente e documento d’identità valido. Discorso molto simile per il libretto o carta di circolazione, il quale deve essere anch’esso modificato mediante la compilazione di un modulo e l’allegazione delle fotocopie di patente, documento di identità e libretto di circolazione. In questo caso, competente non sarà soltanto l’ufficio comunale, ma anche l’ACI o un’agenzia di disbrigo pratiche.
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