Venerdì 8 febbraio 2019, in diverse città si mobilitano le associazioni per i diritti dei disabili; tra le principali compaiono Roma, Torino e Palermo. Obiettivo? Chiedere l’aumento delle pensioni di invalidità rimasto fuori dall’ultima manovra.
Pensioni di invalidità: una manovra iniqua?
Il mondo delle associazioni si scaglia contro l’ultima manovra; il governo ha puntato tutto su Reddito di cittadinanza e Quota 100 – ecco l’accusa – ma si è dimenticato dell’aumento delle pensioni di invalidità per un milione e 72mila persone. Secondo i più recenti calcoli Istat, considerando i criteri previsti in ultima battuta, solo circa 250mila nuclei familiari con un almeno un membro disabile avranno diritto al Reddito di cittadinanza; tutti gli altri risulterebbero esclusi.
A tal proposito, il responsabile dell’Ufficio Disabilità della Uilp Piemonte Angelo Catanzaro, in prossimità della protesta, ha ricordato come 820mila disabili continueranno a percepire solo 285 euro di pensione di invalidità; si parla di 9 euro e 50 centesimi al giorno. La proposta delle associazioni consiste, quindi, nell’alzare tale cifra fino a quota 780 euro, ossia l’attuale importo del reddito di cittadinanza.
Pensioni di invalidità: #nonsiamocittadinidiserieb
Sempre Catanzaro aveva lanciato sui social l’hashtag #nonsiamocittadinidiserieb. In linea con le sue dichiarazioni si sono accodate anche quelle del referente dell’Ufficio Disabilità della Uil di Alessandria Sergio Montagna: “ci avevano promesso in campagna elettorale che avrebbero aumentato le pensioni d’invalidità portandole a 780€ importo pari al reddito di cittadinanza, ma così non è stato. Oggi in Italia ci sono 1 milione e 72 mila persone che percepiscono 285 € al mese. Noi persone con disabilità non siamo cittadini di serie B e meritiamo ascolto, attenzione e risposte concrete”.
A inizio 2019, in effetti, soprattutto dalla Lega si era fatto intendere che ci sarebbero state gravi ripercussioni sulla tenuta della maggioranza se non fossero stati trovati i soldi per i disabili, tanto per usare le parole di Salvini, in chiave Reddito di cittadinanza. Tuttavia, nonostante l’accenno di scontro, alla fine il decreto che ha introdotto il Reddito non ha – praticamente – subito modifiche.
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