Un’edizione “made in Baglioni” quella di quest’anno. Un direttore artistico in pieno rispolvero per lo show, accompagnato dai co-conduttori Virginia Raffaele e Claudio Bisio, dalle prestazioni controverse. 24 concorrenti, molta musica, satira, numeri di ballo e tante aspettative sulle canzoni in gara. Le prime due serate del 69esimo Festival di Sanremo sono passate, e con esse i primi verdetti.
Sanremo 2019: le pagelle dopo le prime due serate
Di seguito le pagelle dei 24 concorrenti in gara con le relative canzoni, in funzione di quanto visto in queste prime due serate. L’ordine è quello di apparizione nella serata d’apertura.
Francesco Renga, “Aspetto che torni” | VOTO 5
Le aspettative sul vincitore dell’edizione del Festival del 2005 erano molto alte. Il pezzo è alquanto anonimo e l’impressione è che le parole verranno presto dimenticate. Un Sanremo di transizione per lui, in attesa di nuovi successi al livello di “Angelo“.
Nino D’Angelo e Livio Cori, “Un’altra luce” | VOTO 6
“Questa è solo una canzone neomelodica non cantata da un neomelodico” aveva detto Nino D’Angelo alla vigilia dello spettacolo. La canzone non è male ma i due fanno a gara per il ruolo da protagonista, in un duetto mal riuscito nel complesso. Prestazione comunque sufficiente la loro, in attesa del definitivo decollo nelle serate successive.
Nek, “Mi farò trovare pronto” | VOTO 5
Stesso discorso di Francesco Renga. La canzone è gradevole ma fatica a decollare e a conquistare un pubblico dalle alte aspettative intorno al suo nome. Mette il cuore nell’esibizione e si vede, ma nella seconda serata sembra meno dinamico rispetto a quella d’apertura.
The Zen Circus “L’amore è una dittatura” | VOTO 6.5
Lo stile Indie della loro esibizione colora il Teatro Ariston, con un arrangiamento con glockenspiel e rullanti molto bello. L’impressione è che abbiano ancora molto da dare e dimostrare, le premesse in ogni caso sembrano promettenti.
Il Volo, “Musica che resta” | VOTO 4
Le aspettative intorno a loro erano grandi. Forse, sicuramente troppo alte in funzione di quanto visto in queste due serate. L’energia e il cuore messi alla loro prima edizione sembra un ricordo molto lontano, con la canzone di quest’anno dal sapore del già visto e sentito. Mancano di originalità e energia.
Daniele Silvestri e Rancore, “Argentovivo” | VOTO 7.5
Una delle coppie più originali di questo Festival. Il duo porta aria fresca e originalità in una competizione dalle mille canzoni d’amore. La ribellione giovanile contro l’oppressione del sistema è il tema dominante della loro performance. Il ritornello fatica ad emergere ma nel complesso la prestazione supera ampiamente la sufficienza.
Federica Carta e Shade, “Senza farlo apposta” | VOTO 5.5
Il loro compito era quello di portare la freschezza delle nuove generazioni in una competizione ricca di tradizioni glorificate. L’energia non gli manca ma non è abbastanza per conquistare il pubblico all’Ariston e a casa. Il margine di miglioramento è evidente, nella speranza che emerga nelle serate successive.
Ultimo, “I tuoi particolari” | VOTO 6
Uno dei candidati alla vittoria finale fin dalla vigilia. Dopo la conquista della scorsa edizione dei Giovani sembrava destinato a conquistare anche la sezione adulti. La canzone è gradevole e il talento non manca di certo a uno dei migliori talenti italiani sulla piazza. Ma vive l’ombra del grande pezzo che lo portò alla vittoria dello scorso anno. Quello di quest’anno non sembra all’altezza della sua fama.
Paola Turci, “L’ultimo ostacolo” | VOTO 6.5
Classe e tradizione accompagnano la sua esibizione, gradevole nel complesso. Il pezzo non raggiunge note particolarmente alte ma è una delle più belle in gara. La prestazione della seconda serata è meno convincente e incisiva rispetto alla prima.
Motta, “Dov’è l’Italia” | VOTO 6
Uno dei pezzi più discussi, controversi e originali di quest’edizione. La volontà di Motta è chiara: vuole stupire con una prestazione unica. Questo è quanto emerge fin dalle prime note, purtroppo la canzone fatica a emergere e a conquistare. È il pezzo comunque perfetto per chi ricerca un qualcosa di nuovo e conturbante.
Boomdabash, “Per un milione” | VOTO 6.5
I Boomdabash svegliano la platea dell’Ariston facendo quello che sanno fare. Che non è scrivere capolavori di raffinatezza formale e testuale, ma a ciascuno il suo. E in radio, in macchina, tra un Fahrenheit e una Barcaccia, questo è il pezzo che ti fa alzare il volume.
Patty Pravo e Briga, “Un po’ come la vita” | VOTO 3
La coppia più originale è senza dubbio la loro. Un incontro di due generazioni, così lontane sulla carta, così vicine grazie a loro. Tuttavia Patty Pravo non regge il confronto del suo accompagnatore e delude profondamente le aspettative, che reggevano più sulla curiosità che su vere speranze.
Simone Cristicchi, “Abbi cura di me” | VOTO 4.5
Bellissima l’orchestrazione in stile Hollywood che lo accompagna. Per il resto il suo pezzo sembra incollare insieme messaggi motivazionali scritti dalla mezza età su Facebook. “Non cercare un senso a tutto perché tutto ha senso / Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo / Perché la natura è un libro di parole misteriose / Dove niente è più grande delle piccole cose”. Un copia e incolla di citazioni già sentite.
Achille Lauro, “Rolls Royce” | VOTO 8.5
La rivelazione in toto del Festival giunge dalla trap! Irresistibile questo pezzo in cui fa il verso al Vasco di “Vita spericolata”. Lauro si diverte e non si preoccupa assolutamente dell’intonazione. L’anarchia fatta persona funziona.
Arisa, “Mi sento bene” | VOTO 7
L’ennesima edizione che conferma il buon feeling fra l’artista e il Festival. Ogni volta che Arisa partecipa a Sanremo non delude le aspettative, che ha reso alte intorno al suo nome. Una delle prestazioni più convincenti ed efficaci.
Negrita, “I ragazzi stanno bene” | VOTO 5
“Rocker di provincia“, espressione che riassume perfettamente il concetto intorno al loro nome, alla loro esibizione, alla loro idea di musica che esprimono sul palco. A volte bisognerebbe avere il coraggio di fermarsi, nel segno dell’ennesimo pezzo già sentito.
Ghemon, “Rose viola” | VOTO 7
Un bel pezzo soulful ben cantato, un po’ alla Neffa. Intonazione non precisissima la sua, efficace l’esibizione in ogni caso. Registrata renderebbe ancora meglio che dal vivo, regalando emozioni.
Einar, “Parole nuove” | VOTO 3
“Sono stanco di tutto anche di me”, da “Parole nuove” di Einar, riassume bene il sentimento di buona parte della sala stampa giunta a questo punto della serata. Un pezzo vuoto che sa di stanchezza e di mancanza totale di energia.
Ex-Otago, “Solo una canzone” | VOTO 6.5
I migliori interpreti della categoria Indie in quest’edizione di Sanremo. Finalmente un pezzo Pop, semplice, energico ed efficace. Il ritornello è molto efficace e a volte basta anche solo quello.
Anna Tatangelo, “Le nostre anime di notte” | VOTO 2
La prestazione pone un interrogativo esistenziale di importanza non indifferente: cosa ci fa Anna Tatangelo sul palco di Sanremo? Un certo potenziale lo avrebbe anche, ma lo nasconde fin troppo bene.
Irama, “La ragazza con il cuore di latta” | VOTO 4
Il giovane cantante ci ha abituato a tutt’altra qualità. Fin troppa malinconia e tristezza accompagnano la sua prestazione. Quando ci mette il cuore è tutta un’altra storia, su questo non c’è alcun dubbio.
Enrico Nigiotti, “Nonno Hollywood” | VOTO 6
Il percorso di Nigiotti in questi anni è un continuo crescendo, nel segno di sorprese sempre nuove. Questa volta svolge il compitino, con un buon pezzo e una buona esibizione, ma senza quel quid che lo avrebbe distinto. Si può migliorare.
Mahmood, “Soldi” | VOTO 7
Un po’ trap, un po’ melodico, un po’ dancehall, il ritornello si attacca e il battimani furbetto contagia un po’ tutti. Prestazione convincente la sua, che conquista e crea dibattito. Di certo ha colto nel segno!
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