La scorsa settimana il leader dei Repubblicani alla Camera Kevin McCarthy ha ritirato la delegazione dal comitato sull’assalto al Campidoglio del 6 gennaio, dopo che Pelosi ha rifiutato la nomina di due dei cinque deputati selezionati da McCarthy. I deputati in questione sono Jim Jordan e Jim Banks.
Pelosi ha accettato gli altri tre deputati Repubblicani, ma ha posto il veto su Jordan e Banks, chiedendo a McCarthy di selezionare altri due deputati.
Quest’ultimo ha risposto ritirando anche gli altri componenti Repubblicani dalla commissione, istituita il mese scorso per far luce sull’attacco al Campidoglio del 6 gennaio. Successivamente Pelosi ha deciso di nominare Adam Kinzinger, Repubblicano molto critico verso Trump, all’interno del comitato. Il Comitato inizierà i lavori martedì.
Chi sono i due deputati
La Speaker della Camera Nancy Pelosi ha citato preoccupazioni “sull’impatto che la loro nomina possa avere sull’integrità dell’investigazione”. Jordan in particolare è molto conosciuto per essere uno dei più vicini alleati del presidente Trump al Congresso. Entrambi avevano votato per ribaltare il risultato delle elezioni il 6 gennaio. Nei giorni scorsi Jordan aveva dichiarato di voler investigare il ruolo di Pelosi durante l’assalto, ritenendola responsabile per le falle nella sicurezza. Sia Banks che Jordan hanno negato ogni responsabilità di Trump nell’attacco.
La scorsa settimana è stato rivelato che mentre il Campidoglio era sotto attacco, la deputata Repubblicana Liz Cheney avrebbe accusato Jordan di essere responsabile per quanto stava accadendo.
Le reazioni
I Democratici alla Camera hanno difeso la Speaker, facendo notare che McCarthy può ancora nominare deputati che prendano il comitato seriamente. I Democratici, infatti, hanno dichiarato che Jordan e Banks sarebbero stati nominati solo per essere elementi di disturbo all’interno del comitato, e che avrebbero usato i lavori per diffondere “la grande bugia”.
La Repubblicana Cheney, nominata da Pelosi all’interno del comitato, si è detta d’accordo con la decisione della Speaker, sostenendo che i due deputati non prendono il comitato seriamente e che lo avrebbero usato come una piattaforma politica.
McCarthy invece ha bollato la decisione della Speaker come un “abuso di potere” e che “il comitato ha perso ogni legittimità e credibilità”.
La nomina di Kinzinger
Dopo l’uscita dei Repubblicani dal comitato, Pelosi ha deciso di includere il deputato Adam Kinzinger, Repubblicano noto per essere uno dei più forti oppositori di Trump all’interno del partito. Kinzinger è quindi l’unico Repubblicano del comitato insieme a Liz Cheney, anche lei nominata da Pelosi. La mossa serve a dare maggiore legittimità al comitato, e aumenta la pressione su McCarthy. Molti Repubblicani hanno infatti pubblicamente chiesto a McCarthy di punire Kinzinger e Cheney per aver accettato la nomina di Pelosi. Molti vorrebbero estrometterli dagli altri comitati, ma in realtà è la Speaker Pelosi che ne controlla la composizione. Da parte sua McCarthy non vorrebbe restare invischiato in una battaglia interna, che dimostrerebbe le fratture esistenti all’interno del partito.