Risultati elezioni regionali Abruzzo 2019: consiglieri eletti e chi ha vinto
Elezioni regionali Abruzzo: la coalizione guidata da Marco Marsilio, esponente di Fratelli d’Italia, supera le aspettative e sfiora il 50% dei voti
Regionali Abruzzo, i risultati
In Abruzzo ha vinto – nettamente – il centrodestra. La coalizione guidata da Marco Marsilio, esponente di Fratelli d’Italia, supera le aspettative e sfiora il 50% dei voti.
Elezioni regionali Abruzzo: come è andata a Pd e M5S?
Dietro la coalizione di centrodestra, si pone il centrosinistra di Giovanni Legnini: il candidato “civico” del Pd, sostenuto da una decina di liste, supera il 30%. Un risultato migliore di quello previsto da diversi sondaggi che attribuivano a Dem ed alleati la terza posizione finale. Inoltre, è evidente il passo avanti rispetto alle ultime politiche; infatti, in Abruzzo il centrosinistra si era fermato al 17,6% e, nello specifico, il Pd al 13,8%. Detto ciò, a questo giro di regionali, il Partito Democratico non ha superato quota 11%, la maggior parte del sostegno a Legnini è giunto dalle – tante – liste civiche della coalizione.
Dietro i due schieramenti, il Movimento 5 Stelle va di poco oltre il 20%. Anche se si tratta di elezioni di carattere diverso, non si può non rilevare che alle ultime politiche i pentastellati avevano raccolto in Abruzzo il 39,9% dei voti. Certo, il Movimento 5 Stelle – anche e, soprattutto, per il rifiuto di “allearsi” – tradizionalmente non va bene alle tornate locali; d’altra parte, Sara Marcozzi è ritenuta una candidata molto “forte” e la sua campagna elettorale è stata seguita da vicino dal vicepremier Luigi Di Maio. Dunque, il risultato della candidata 5 stelle risulta molto al di sotto delle aspettative.
Elezioni regionali Abruzzo: cambiano i rapporti di forza a Roma
Non è più un dato “teorico”, l’avanzata della Lega adesso è “nero su bianco”. Il partito di Salvini ha preso più del 26%, in pratica raddoppiando il risultato ottenuto alle ultime politiche (aveva preso il 13,8%). Quindi, non solo il Carroccio si afferma come primo partito del centrodestra ma si accredita ancora di più come prima forza politica nazionale – anche se ancora solo virtualmente. È facile immaginare quali ripercussioni ciò potrebbe avere a livello di maggioranza di governo.
L’attuale alleanza con i 5 stelle partiva con il Movimento stabilmente in testa alle forze politiche (con il doppio dei voti rispetto a Salvini). Gli equilibri nella maggioranza potrebbero ben presto cambiare considerando che a maggio ci sono le Europee; prima, però, votano Sardegna e Basilicata, altri test che potrebbero assestare un duro colpo al balance of power che regge l’esecutivo.
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