Prezzo farmaci fascia c
Aumento farmaci fascia C in arrivo quest’anno, come comunicato da Federfarma con una nota di fine gennaio. I farmaci di fascia C, e parliamo prevalentemente di antidolorifici, antinfiammatori, pomate o colliri per la congiuntivite con obbligo di ricetta medica, possono subire degli incrementi di prezzo nel gennaio degli anni dispari, dunque ogni 2 anni. Ma sui rincari vigila l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, che ha stabilito come gli aumenti di prezzo non possono superare l’inflazione programmata. Discorso diverso per i medicinali per i quali non vige l’obbligo di ricetta medica, i cui prezzi sono stabiliti in autonomia dai singoli esercizi.
Aumento farmaci fascia C 2019: le precisazioni di Federfarma
Verso la metà di gennaio sono infatti circolate notizie “imprecise” riguardanti gli aumenti di prezzo di alcuni farmaci con ricetta medica. Per voce del presidente di Federfarma, Marco Cossolo, si è voluto fornire alcune precisazioni a riguardo. “I prezzi dei medicinali di fascia C con ricetta, cioè di farmaci considerati non essenziali o per i quali esiste un farmaco corrispondente in fascia A a carico del SSN sono stabiliti dalle aziende produttrici”. Per quanto riguarda gli aumenti di prezzo, questi “si ripercuotono sulle farmacie che acquistano i farmaci dalle aziende a prezzi più alti”.
Ma perché i farmaci di fascia C subiscono tali aumenti di prezzo? Cossolo spiega che il prezzo massimo vigilato dall’AIFA serve a “dare garanzie al cittadino” affinché “non si verifichino aumenti incontrollati, trattandosi di farmaci comunque più delicati di quelli che non richiedono la ricetta medica”. In conclusione, non è esattamente la stessa cosa “acquistare un semplice farmaco per il mal di testa, che può anche avere un prezzo libero, o acquistare un farmaco stupefacente, un antibiotico o un ormone a prezzo vigilato”.
Aumento farmaci fascia C 2019: ecco di quanto
A quantificare gli aumenti previsti da inizio 2019 per i farmaci fascia C ci ha pensato Pharmacy Scanner, che ha informato di come gli incrementi siano in media di 1 euro a confezione. “È quanto si desume dai valori delle tabelle diffuse da Federfarma per comunicare alle farmacie associate i nuovi prezzi, alcuni già in vigore e altri programmati da qui fino al primo di febbraio”. I rincari sono legiferati dal DL n. 87/2005 (art. 1, comma 3), che consente alle aziende farmaceutiche di alzare i prezzi dei farmaci di fascia C esclusivamente a cadenza biennale.
Parlando più strettamente di numeri, “tra generici e prodotti branded sono poco più di 770 i farmaci interessati quest’anno dagli aumenti, che portano il prezzo medio a confezione da 15,58 a 16,47 euro”. La differenza che ne risulta è di 0,89 euro per un incremento medio ammontante al 5,7% rispetto al 2017.
Aumento farmaci fascia C 2019: il peso sulle tasche degli italiani
Come informa Maria Laura Cruciani in un servizio andato in onda su DiMartedì a inizio febbraio, “per questo tipo di medicinali, nel 2017 gli italiani hanno speso in media 492 euro a testa”. E ovviamente, visti i rincari di cui abbiamo parlato, nel 2019 questa cifra è destinata ad aumentare. Così, analizzando la spesa farmaceutica di una mamma che ha acquistato degli antifebbrili per i propri figli, si può già notare come gli aumenti siano importanti, se presi insieme. E così un collirio passa da 9,40 euro a 10,90 euro; un antipiretico passa da 4,90 euro a 5,20 euro. Un aumento di 10 centesimi di euro anche per il paracetamolo. La differenza di spesa totale rispetto al 2017? 1,90 euro in più. Non certo una cifra esorbitante, presa singolarmente, ma nel corso di un intero anno (anzi, di un biennio), l’incremento può diventare considerevole.
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