Se ne parla da circa un mese, ma presto potrebbe diventare realtà l’ipotesi di flat tax 2019, con aliquota al 15% sui redditi incrementali. A metà gennaio Il Sole 24 Ore ne parlava come una proposta su cui stava lavorando Fratelli d’Italia, mentre a oggi la matrice sarebbe leghista, anche se metterebbe d’accordo tutto il centrodestra, visto che rientra nei piani fiscali a venire di questa fascia politica. Con un principio di flat tax (mini) già in attuazione, si sta lavorando a una tassa piatta da applicare solo sugli incrementi di reddito. La finalità sarebbe quella di incentivare lavoro e produttività frenando i timori di una tassazione sugli incrementi.
Flat tax 2019: si apre la fase 2?
Come ormai è noto a tutti la flat tax 2019 non è altro che una estensione del regime forfettario. In pratica, tolti alcuni paletti del regime agevolato, si è estesa la soglia reddituale a 65.000 euro, limite entro il quale si potrà pagare un’aliquota sostitutiva Irpef unica fissata al 15%. L’obiettivo per il 2020 è quello di fissare un’altra aliquota unica (stavolta al 20%) per i redditi che vanno da 65.000 a 100.000 euro annui. Si tratterebbe così di salvaguardare le tasche di tutti quei professionisti e autonomi che avrebbero il vantaggio di pagare meno tasse rispetto al vecchio regime, anche a reddito incrementato.
Flat tax 2019 e Irpef: riduzione primo scaglione in arrivo?
Questa è la fase 2, anche se in realtà si parla spesso di flat tax non solo per professionisti e imprese, ma anche per le famiglie. Un traguardo al momento lontano, ma fissato nell’agenda del governo, un pallino della Lega. Eppure la fase 2 potrebbe evolversi e prendere (anche) una direzione diversa. Nei piani del governo ci sarebbe infatti il taglio della prima aliquota Irpef applicata a chi percepisce redditi fino a 15 mila euro, attualmente al 23%. Si parla per ora di una riduzione di 3 punti percentuali sull’aliquota del primo scaglione, che così scenderebbe dall’attuale 23% al 20%, guarda caso una percentuale che entro la fine di quest’anno, ai fini della flat tax, potremo risentire spesso. Allo stesso tempo anche l’Ires sulle imprese subirebbe un taglio e dall’attuale 24% si potrebbe passare anche qui attorno al 20%.
Flat tax 2019 sui redditi incrementali: cosa significa
Tornando a parlare di flat tax in senso stretto spunta poi un’altra misura aggiuntiva nei piani fiscali a venire. Ovvero la flat tax sui redditi incrementali. Cosa significa? Semplicemente che per i lavoratori dipendenti e per i lavoratori autonomi che non rientrano in regime agevolato si andrebbe ad applicare un’aliquota unica la 15% sugli aumenti retributivi e sui redditi guadagnati in misura maggiore rispetto allo scorso anno. Ciò porterebbe di conseguenza a un aumento del netto in busta paga per i lavoratori dipendenti, ma anche nelle tasche degli autonomi fuori dai minimi/forfettario.
Flat tax 2019: 15% sugli aumenti reddito, quali coperture?
A fare da copertura economica a questa misura ci penserebbe la revisione delle agevolazioni fiscali, senza però toccare quelle per i familiari a carico e i bonus fiscali per la ristrutturazione. Nonché tutte quelle spese che servono a coprire gli 80 euro del bonus Renzi. La misura sarebbe adottata in via sperimentale per un triennio, anche se per il governo non graverebbe troppo sulla spesa pubblica, ma al contrario assicurerebbe maggiori risorse da investire sulla sterilizzazione delle clausole Iva.
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