Qualche nota sulla riforma Brunetta e sui Decreti attuativi.
Qualche nota sulla riforma Brunetta e sui Decreti attuativi.
A titolo di compiutezza informativa, va detto che si sono accese alcune polemiche che hanno avuto riscontro anche in un lungo e, francamente, poco felice articolo su l’Espresso. Polemiche di carattere metodologico che vertevano sul ‘campione statistico’ attraverso il quale le rilevazioni sono state effettuate che implicavano differenze rispetto ai risultati presentati dal ministro.
Ma è grasso che cola perché comunque un miglioramento c’è sicuramente stato sia pure come sequenza ad un trend di miglioramento che risale a periodi antecedenti all’entrata in carica dell’attuale governo. Recentissima è l’emanazione del Decreto di Attuazione.
[ad]I principi cardine della riforma sono intrinsecamente esplicativi:
1 Convergenza degli ‘assetti regolativi’ del lavoro pubblico con quelli del lavoro privato;
2 Valutazione dell’operato dei dipendenti;
3 Meritocrazia chiave di avanzamenti di carriera e bonus economici;
4 trasparenza e pubblicità delle valutazioni.
Non c’è dubbio che si tratti di principi validi e condivisibili e soprattutto adeguati alle governance di un grande organismo come la PA e, specie nel caso della convergenza con il lavoro privato, è intrinseco un contenuto tanto più innovativo ed efficace quanto più la convergenza sarà piena superando le incongruenze e gli inconvenienti che si sono finora manifestati. In questo solco vanno inquadrati i principi di valutazione e meritocrazia i quali sono un effettivo strumento di convergenza con il lavoro privato e rappresentano un punto di difficoltà per la complessità del compito affidato alla Commissione di valutazione di cui all’art. 4 della Legge delega principi ai quali, sul piano logico consegue l’ultimo principio, quello della trasparenza e della pubblicità delle valutazioni.
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