Falsa fatturazione: reato, pena e prescrizione. Cosa si rischia
Che cos’è il reato di falsa fatturazione, quali sono le sanzioni penali previste dalla legge e come funziona la prescrizione.
Il reato di fatture false, non lontano da quello della bancarotta fraudolenta proprio per la componente comune dell’inganno, è un illecito penale piuttosto diffuso nella realtà quotidiana, come testimoniano recenti fatti di cronaca. Vediamo più da vicino in che cosa consiste, qual è la pena e la prescrizione.
Falsa fatturazione: che cos’è secondo la legge e da quali comportamenti è integrato
La condotta che mira a dar luogo ad una falsa fatturazione, è legata all’intento di evadere le tasse e le imposte. Con essa, il falsificatore di fatture ottiene in pratica un indebito risparmio di imposta. Per la legge italiana si tratta di un reato tributario, previsto e disciplinato dal d.lgs. n. 74 del 2000. A questo punto occorre chiedersi quando, nello specifico, la legge considera falsa una fattura. Essa lo è laddove contenga elementi non veritieri, atti a modificare totalmente o parzialmente l’effettivo valore dei beni ceduti o dei servizi prestati. In pratica, la fattura falsa serve all’evasore fiscale per pagare meno tasse a fine anno nella propria dichiarazione dei redditi o di quella della società (mediante la riduzione della cosiddetta base imponibile per le imposte dirette IRPEF, IRES o IRAP e indiretta quale l’IVA), creando operazioni di acquisto fittizie e inesistenti.
Bisogna però distinguere la falsa fatturazione dall’errata fatturazione. Quest’ultima è data da errate indicazioni o omissioni da parte del contribuente, su uno degli elementi costitutivi della fattura. Cioè qui non sussiste alcun dolo o intento di ingannare. Tale ipotesi è sottoposta ad una differente disciplina normativa.
Falsa fatturazione: quali sono le pene previste
La legge, sul piano sanzionatorio, è assai chiara e prevede pene anche solo per una fattura falsa di un euro. Non è prevista quindi una soglia minima di valore, oltre la quale scatta il reato. Le pene sono disciplinate dall’art. 8 del d. lgs. n. 74 del 2000: in particolare, è punito con la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni chiunque (emittente o utilizzatore della fattura), al fine di ottenere l’evasione delle imposte sui redditi o sul valore aggiunto, emette o rilascia fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Peraltro, ai fini della configurazione del reato, l’emissione o il rilascio di più fatture false nello stesso periodo di imposta, è considerato dalla legge come un solo reato. È comunque da specificare che sarà l’Amministrazione finanziaria, ossia il Fisco, ad avere l’onere della prova della condotta dolosa dell’evasore.
Falsa fatturazione: qual è la prescrizione prevista
A questo punto occorre chiederci a quanto ammonta il termine di prescrizione (che comporta l’estinzione del reato). Esso è pari a otto anni ed è da calcolare dal momento della consumazione del reato, cioè dalla presentazione delle dichiarazioni non veritiere. Inoltre, i termini di prescrizione in oggetto sono interrotti nei casi indicati dall’art. 160 del Codice Penale. Tra essi menzioniamo, a titolo esemplificativo, l’ordinanza che applica le misure cautelari personali; l’ordinanza di convalida del fermo o dell’arresto; la richiesta di rinvio a giudizio. La prescrizione interrotta comincia nuovamente a decorrere dal giorno dell’interruzione.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it