Età pensionabile Quota 100 e anticipo TFS: categorie beffate dal governo
Età pensionabile Quota 100, il decreto n. 4/2019 ridisegna lo scenario previdenziale. Per alcune categorie non varranno alcuni benefici voluti dal governo.
Tutte le categorie escluse da Quota 100 e anticipo TFS
Le norme introdotte col decreto n. 4/2019 hanno per molti versi ridisegnato lo scenario previdenziale. Sostanzialmente viene data, grazie alle modifiche previste dal Governo Conte, la possibilità di andare in pensione con anticipo rispetto a quanto stabilito con la riforma Fornero a coloro che hanno raggiunto i due requisiti base di Quota 100. Quali sono? 62 anni di età e 38 anni di contributi versati.
Età pensionabile 2019, per chi non vale Quota 100
Opportuno sottolineare che molte norme antecedenti la riforma Fornero restano in vigore anche dopo la pubblicazione del decreto, come ad esempio la cosiddetta deroga Amato. E questo significa che vi sono categorie come il personale che fa parte delle Forze armate, delle Forze di Polizia e di Polizia penitenziaria, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e del personale della Guardia di finanza per cui non si applicano le norme previste del decreto.
Età pensionabile 2019, le possibili penalizzazioni
Come fatto rilevare da un articolo di pensionioggi.it questo ha delle conseguenze pratiche oggettive. Per citarne una: mentre il decreto ha sterilizzato e di fatto annullato lo slittamento dei termini pensionistici in base all’aspettativa di vita per molte categorie di lavoratori ciò ha come effetto l’esclusione dei lavoratori delle forze armate e dei vari corpi citati. Per cui nel tempo questi potranno essere penalizzati da tale esclusione.
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Età pensionabile 2019, anticipo Tfs
Altra differenza che viene ripresa nell’articolo è quella determinata dall’articolo 23 del decreto n. 4/2019. L’articolo su “Anticipo del TFS” che darà la possibilità ai lavoratori di beneficiare di un prestito del Trattamento di Fine Servizio sino a 30 mila euro. Tale opzione non è accessibile agli stessi lavoratori delle forze armate. E si tratterebbe, anche in questo secondo caso, di una sorta di esclusione. Entrambe le questioni potranno essere eventualmente oggetto di modifiche tramite emendamenti oppure potranno essere dettagliate dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale che dovrà nel caso emanare una specifica documentazione per i chiarimenti del caso.
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