Chi è affetto da patologie rare e malattie meno comuni può comunque non avere diritto all’assegno di invalidità. Vuoi perché la patologia da cui il soggetto è affetto non compare nella tabella ministeriale, oppure perché la commissione medica specializzata a effettuare gli accertamenti non la riconosce come tale. Ma quali sono le malattie meno comuni riconosciute per ottenere l’assegno di invalidità civile? Andiamo a rispondere, riepilogando un po’ di informazioni utili.
Assegno di invalidità civile: quando si ottiene
L’invalidità civile deve essere riconosciuta da apposita commissione medica, che valuterà anche la percentuale dell’invalidità stessa. A ogni percentuale vengono associati alcuni benefici, non necessariamente di natura economica. I benefici più importanti, come l’esenzione dal ticket, si ottengono solo se il soggetto ha una capacità lavorativa ridotta per 2/3. L’invalidità civile si basa infatti su alcuni deficit di cui è colpito il soggetto, che riguardi una minorazione congenita o acquisita a livello fisico, psichico o sensoriale.
Sono considerati invalidi civili i cittadini nella fascia di età compresa tra 18 e 65 anni con le minorazioni di cui sopra e con insufficienze funzionali che influiscono sulla capacità lavorativa. Per gli under 18 e gli over 65 l’invalidità civile influisce invece sugli atti della vita quotidiana e sulle pratiche consone per le loro età. Tra gli invalidi civili figurano anche i non vedenti e i sordi. Non sono invece considerati invalidi civili gli invalidi di guerra, di lavoro (dipendenti privati) o di servizio (dipendenti pubblici).
Assegno di invalidità: le percentuali e i benefici
Come abbiamo scritto in precedenza, una specifica commissione medica è incaricata di accertare la sussistenza di invalidità, determinandola anche in percentuali. Il limite per ricevere le agevolazioni previste dalla legge è il 33%, che corrisponde a una riduzione della capacità lavorativa di 1/3. Per ottenere l’assegno di invalidità civile, invece, bisogna vere una percentuale pari o superiore al 75%, perché comporta una riduzione della capacità lavorativa di 2/3. Ecco una sintetica tabella delle percentuali di invalidità e dei benefici a esse associati.
- Inferiore al 34%: non invalido;
- 34-45%: concessione gratuita di ausili e protesi;
- 46-50%: iscrizione al collocamento mirato;
- 51-66%: diritto al congedo straordinario per cure, laddove previsto dal CCNL;
- 67-74%: esenzione parziale ticket per visite specialistiche, diagnostica strumentale ed esami;
- 74-99%: assegno mensile di invalidità civile;
- 100%: pensione di inabilità. Più eventuale indennità di accompagnamento se il soggetto è incapace di deambulare.
Assegno di invalidità e malattie rare: quali sono
Cosa s’intende per malattie rare? Quelle che colpiscono lo 0,05% della popolazione, vale a dire 5 persone su 10.000. Stando ai dati più recenti, le malattie rare conosciute sono circa 8 mila, ma ce ne sono ancora molte che sono ignote e che quindi non vengono riconosciute. Non è un caso che il 33% di chi soffre di queste patologie non ha una diagnosi relativa alla malattia di cui soffre. E senza diagnosi è pressoché impossibile accedere ai benefici previsti dalla normativa.
Per dare uno sguardo più approfondito e istruttivo alle malattie rare e consultare la tabella delle nuove malattie rare esenti da ticket vi rimandiamo a questa guida di Omar e Orphanet Italia, scaricabile in pdf.
Assegno di invalidità, malattie rare e costi: le ultime novità
Recentemente è stato organizzato un convegno al MoMeC di Romacondotto dal EEHTA del CEIS dell’Università di Tor Vergata. Il focus era sui costi sociali delle malattie rare e si è evidenziato come dal 2009 al 2015 le spese sostenute sono state in media di 13,5 milioni di euro annui, con un aumento medio annuo dei costi del 3%. Ciò per quanto riguarda gli assegni di invalidità. Per le pensioni di inabilità, invece, il costo è stato in media di 10,5 milioni di euro annui, con un incremento medio del 6,7% annuo. Al tempo stesso, per ciò che concerne i tumori rari le spese sono state in media di 42,6 milioni di euro annui (per gli assegni di invalidità, +4,7%) e di 15,2 milioni di euro annui (per le pensioni di inabilità, +2,9%).
Come riporta Affaritaliani, l’analisi finale ha decretato che una diagnosi tempestiva dei tumori rari sta riducendo il numero e i costi delle pensioni di inabilità, anche perché una diagnosi ritardata delle malattie rare va a influire su un incremento dell’inabilità, con conseguenze importanti sui costi. Applaude alla ricerca il sottosegretario alle Politiche Sociali Claudio Durigon. “Ricerche come quelle presentate oggi sono importantissime, perché mettono a disposizione dei decisori politici dati rilevanti per la valutazione dei costi sociali” ha recentemente affermato.
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