Reddito di cittadinanza: cambio residenza e falsi divorzi esclusi
Reddito di cittadinanza, M5S e Lega hanno intenzione di modificare il testo per rendere più severe le norme ed evitare che i furbetti possano approfittarne.
False residenze e divorzi per Reddito di cittadinanza
Il Reddito di Cittadinanza è una misura di contrasto alla povertà e per favorire il reinserimento lavorativo fortemente voluta dal Governo Conte. Chi ha scritto il testo, prevedendone le condizioni, ha inserito da subito norme per evitare che a beneficiarne possano essere i soliti furbetti, specializzati nello sfruttare le opportunità messe a disposizione dallo Stato per andare incontro a chi ha davvero bisogno di un aiuto.
Reddito di Cittadinanza, periodo massimo 18 mesi
Già le slide di presentazione, illustrate dal Governo, per far conoscere la misura del Reddito di Cittadinanza parlano di norme antidivano. Precisamente è scritto: “Nessuno potrà restare sul divano. Tutti coloro che sono in grado di lavorare dovranno attivarsi stipulando il patto per il lavoro e per la formazione”. Inoltre è prevista una distanza ed un periodo temporale entro il quale accettare o meno le offerte di lavoro. Oltre al periodo massimo fissato in 18 mesi.
Reddito di Cittadinanza, possibili modifiche
Il testo definitivo del decreto n. 4/2019 che contiene il reddito di cittadinanza è stato pubblicato il 28 gennaio 2019. Nei successivi 60 giorni, come previsto dalla legge, dovrà essere convertito in legge tramite l’esame dei due rami del Parlamento. In questo frangente il testo è suscettibile di modifiche. Secondo quanto annunciato dal quotidiano Il Sole 24 Ore MoVimento 5 Stelle e Lega sono d’accordo sul rendere più stringenti le regole relative a cambi di residenza e divorzi.
Reddito di cittadinanza, il termine limite del 1° settembre
In particolare tra gli emendamenti che dovrebbero essere approvati dovrebbe essercene un altro dedicato a contrastare i furbetti. Con quale contenuto? “Se la separazione o il divorzio è avvenuto dopo il primo settembre 2018, gli ex coniugi che fanno domanda devono certificare di non risiedere più nella stessa casa con apposito verbale della polizia municipale”.
Reddito di cittadinanza, code all’anagrafe
La necessità di ritoccare le misure è scandita anche da anomali picchi di presenze presso l’ufficio anagrafe di alcuni comuni italiani. Giorni fa ha fatto notizia una foto scattata a Bari, presso l’ufficio anagrafe, con molte persone in attesa di poter entrare negli uffici. Un episodio che probabilmente ha contribuito a convincere gli scettici a mettere in atto tutti i dovuti controlli per evitare che il reddito di cittadinanza si trasformi in un assist per chi magari già lavora a nero o non ha nessuna voglia di impiegarsi nel mondo del lavoro.
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