La fatturazione elettronica ha fatto il suo esordio il primo gennaio 2019; l’Agenzia delle Entrate si prepara ai controlli sulle e-fatture.
Fattura elettronica 2019: 228 milioni di e-fatture a febbraio
La prima scadenza è passata; infatti, il 18 febbraio era l’ultimo giorno utile per inviare le fatture elettroniche al Sistema di Interscambio. Secondo i dati disponibili, i settori settore più attivi quelli del commercio, all’ingrosso e al dettaglio, e della riparazione di auto e motoveicoli. Al 18 febbraio, quasi 56 milioni di fatture elettroniche inviate da circa 550mila operatori. D’altra parte, i numeri relativi a tutti i contribuenti interessati dalle nuove modalità di fatturazione sono molto più alti. In totale, sono più di 228 milioni i documenti inviati, da 2,3 milioni di operatori, alla stessa data.
In un recente intervento, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate Antonino Maggiore ha chiarito che i controlli saranno indirizzati, nell’ottica di un potenziamento della compliance fiscale, da un lato, alla correzione degli errori meno gravi; dall’altro lato, però, si procederà ad un approfondimento puntuale delle situazioni per cui si può ipotizzare una frode fiscale di una certa entità in corso.
Fattura elettronica 2019: piccoli passi avanti
A gennaio le e-fatture erano state 100 milioni; l’aumento registrato a febbraio, dunque, sembra indicare come i contribuenti abbiano cominciato a prendere confidenza con le modifiche. Secondo l’Agenzia delle Entrate, il nuovo sistema – una volta a regime – porterà a una mole di quasi due miliardi di e-fatture in media.
È chiara l’entità dell’impegno che dovrà essere profuso nelle verifiche. D’altra parte, come spesso rilevato anche da alti vertici della Guardia di Finanza (che grazie al Decreto Fiscale 2019 ha ora accesso all’Anagrafe dei Conti), resterà difficile scoprire chi non fattura. Insomma, i controlli non potranno che concentrarsi sulle false fatture volte a evadere le tasse. Tuttavia, la strategia annunciata insieme all’esordio dell’e-fattura è quella di condurre controlli meno invasivi con i piccoli contribuenti e monitorare attentamente le situazioni di maggiore rischio.
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