Il reddito di cittadinanza è diventato realtà con la pubblicazione, il 28 gennaio 2019, del decreto n. 4/2019 che contiene anche Quota 100. Insieme rappresentano anche da un punto di vista simbolico delle proposte caratterizzanti del governo del cambiamento guidato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Reddito di cittadinanza, conversione in legge del DL n. 4/2019
Come previsto per legge, nei successivi 60 giorni alla pubblicazione del decreto in GU, il testo va convertito per legge tramite il passaggio e l’approvazione nei due rami del Parlamento. In questo frangente il testo è suscettibile di modifiche e cambiamenti. Infatti il Parlamento con l’approvazione di specifici emendamenti ha la possibilità di rendere maggiormente efficaci le misure introdotte.
Reddito di cittadinanza, l’emendamento su proposta di lavoro
Una delle proposte vagliate e approvate dalla Commissione Lavoro del Senato passa da un emendamento relativo all’importo minimo del lavoro offerto nel periodo di sostegno del reddito di cittadinanza.
Detto in altri termini, quando il compenso per il lavoro proposto col reddito di cittadinanza è superiore alla somma di 858 euro l’interessato ha l’obbligo di accettare la proposta di lavoro.
Reddito di cittadinanza, novità in arrivo
Il testo dell’emendamento – come spiega anche quifinanza.it – specifica che la somma dovrà essere superiore del 10% rispetto “alla misura massima del beneficio fruibile dal singolo individuo (comprensiva della componente ad integrazione del Reddito prevista per i nuclei residenti in abitazione in locazione)”.
Per cui come messo nero su bianco anche da altre testate come Il Sole 24 Ore, partendo dalla somma di 780 euro, con l’incremento del 10% si raggiunge l’importo di 858 euro.
Infine tra le altre misure di cui si discute c’è l’intenzione di rendere molti più stringenti i controlli per chi richiede il reddito di cittadinanza essendo, in data successiva a settembre 2018, separato o divorziato. Come abbiamo spiegato in questo nostro articolo è previsto un apposito controllo della polizia teso ad accertare l’avvenuto cambio di residenza.
E ancora l’intenzione di tagliare la pensione a coloro che risultano i soggetti condannati a pena detentiva non inferiore a due anni. E con sentenza passata in giudicato, a coloro che si sono “volontariamente sottratti all’esecuzione della pena”.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it