La Banda della Discordia.

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La Banda della Discordia.

 

 

Ancora incerto l’esito del caso banda larga, che ha sollevato tensioni all’interno e all’esterno del Governo Italiano. Lo sviluppo dell’infrastruttura, bloccato dal congelamento dei fondi destinati, potrebbe essere ulteriormente rimandato, nel caso in cui il Ministro per lo Sviluppo Economico e il Ministro dell’Economia e delle Finanze non dovessero raggiungere un accordo entro la fine dell’anno.

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UNA RISORSA STRATEGICA
La tecnologia costituisce non soltanto un’infrastruttura ormai indispensabile per aziende e consumatori, ma soprattutto una risorsa strategica nazionale di primaria importanza, tanto che i Governi di Germania e Francia si sono impegnati entrambi ad attivare piani consistenti in materia: banda “larghissima” (cioè a 50-100 Megabit) per il 75% dei tedeschi entro cinque anni e un investimento pari a 10 miliardi di euro per portare la stessa tecnologia a 4 milioni di case in Francia entro tre anni. [1]
La Commissione europea, a inizio anno, aveva presentato un piano di ripresa esplicitamente orientato verso questo politiche: “Dobbiamo anche incentivare l’economia europea fornendo alle comunità rurali le autostrade informatiche”, aveva affermato il Presidente della Commissione, José Manuel Barroso. [2] I lavori di ampliamento della banda larga consentirebbero di conseguire impatti positivi sul PIL nazionale, in termini di nuovi cantieri e posti di lavoro (un milione, fino al 2015, secondo le stime europee) [1], rendendo meno traumatica la ripresa dalla crisi economica.

Fonte: www.comitatobandalarga.it

L’INTOPPO ITALIANO
In Italia, la speranza di poter avviare piani analoghi è stata bruscamente messa in discussione dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, che ha esplicitato nei primi giorni di Novembre l’intenzione del Governo di subordinare l’erogazione dei fondi alla ripresa economica. [1]
Decisione in netto contrasto non solo con le convinzioni della Commissione Europea, ma anche con gli interessi di tutti i settori industriali che non possono prescindere dalla diffusione della tecnologia.
Gabriele Galateri, Delegato del Presidente di Confindustria allo sviluppo della Banda Larga, si è pronunciato decisamente contro il congelamento dei finanziamenti, ricordando che “in due anni potrebbero essere investiti 1,5 miliardi di euro in infrastrutture per ridurre il digital divide, che riattiverebbero la filiera dell’ICT e gli investimenti in innovazione digitale delle imprese” e aggiungendo: “Sappiamo che ogni euro investito nella banda larga ne produce almeno due di aumento di attività economica e di Pil”.[3]
Similmente contrari al blocco della banda larga si sono detti il Ministro Brunetta, cui preme il progetto di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, e il Ministro per lo Sviluppo Economico Scajola, convinto del fatto che “senza banda larga non c’è futuro”. [4]

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UN DIFFICILE COMPROMESSO
[ad]La soluzione al problema ha cominciato a delinearsi negli ultimi giorni, nei termini di una modifica non indifferente al “piano Romani”, che avrebbe dovuto regolare già da questa estate l’erogazione dei fondi per la banda larga, di fatto mai attivata. Il piano prevedeva uno stanziamento complessivo di 1,47 miliardi di euro, di cui 800 milioni iniziali, con l’obiettivo di raggiungere entro il 2012 una copertura a 20 Megabit per il 96% della popolazione e a 2 Megabit per la restante parte. [1] Nel corso del prossimo Comitato interministeriale per la programmazione economica, previsto per i primi di Dicembre, l’obiettivo sarà, più modestamente, quello di ottenere l’erogazione di una prima tranche dei fondi stanziati, probabilmente compresa tra un terzo e un quarto rispetto a quelli previsti, e continuare fino al 2013 con un finanziamento a rate di pari entità, che richiederebbe il coinvolgimento di istituti di credito privati. [5]

Una soluzione non priva di ostacoli, data la necessità di fornire a tali istituti delle garanzie di rientro sugli investimenti che, nel caso della banda larga, restano piuttosto incerte; un compromesso ritenuto insufficiente dall’opposizione, che teme di trovare nelle promesse del Governo delle vere e proprie “balle digitali”. [6]

 

di GIORGIO CORTELAZZO


Note:

 

[1] http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/tecnologia/banda-larga/banda-larga-rimandata/banda-larga-rimandata.html
[2] http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/09/142&format=HTML&aged=0&language=IT&guiLanguage=en
[3] http://www.confindustria.it/comstampa2.nsf/All/FBC4E7169E38D190C1257666004F7CEC?
openDocument&MenuID=26E97DD4D8B19018C1256EFB00357A04

[4] http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/200911articoli/49427girata.asp
[5] http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/11/piano-b-banda-larga.shtml?uuid=1e7fe97a-cdcd-11de-b9f0-3e218276b82d&DocRulesView=Libero&fromSearch
[6] http://www.luigivimercati.it/?p=262