Chi era Guglielmo da Bakersville
Il 4 marzo è una data che gli appassionati del genere non intendono certo perdersi. Da quel giorno, infatti, partiranno in prima serata su Rai 1 le puntate dell’attesissima serie tv de “Il nome della rosa“, su ispirazione dell’omonimo best seller di Umberto Eco.
Molti i personaggi nati dalla fantasia dell’autore. I soggetti del romanzo appartengono tutti alla vita di una comune abbazia medievale: insieme ai monaci vivono servi famigli e artigiani.
Guglielmo da Baskerville: il personaggio
“La sua statura superava quella di un uomo normale ed era tanto magro che sembrava più alto. Aveva gli occhi acuti e penetranti; il naso affilato e un po’ adunco conferiva al suo volto l’espressione di uno che vigili, salvo nei momenti di torpore di cui dirò. Anche il mento denunciava in lui una salda volontà, pur se il viso allungato e coperto di efelidi – come sovente vidi di coloro nati tra Hibernia e Northumbria – poteva talora esprimere incertezza e perplessità. […] poteva egli avere cinquanta primavere ed era dunque già molto vecchio, ma muoveva il suo corpo instancabile con una agilità che a me sovente faceva difetto. La sua energia pareva inesauribile”.
Così l’autore descrive Guglielmo da Baskerville: un uomo alto, magro e dai lineamenti definiti sul volto, dalla grande forza ed energia.
Egli appartiene all’ordine dei francescani e, dopo essere stato per molti anni inquisitore, è stato inviato dall’imperatore a fare da mediatore fra il Papato, l’Impero e l’ordine francescano. In possesso di un sapere enciclopedico, è quindi dotto e sapiente e ciò gli conferisce la facoltà di affrontare ogni situazione con la giusta sagacità e prontezza nell’agire.
Dal punto di vista simbolico Guglielmo rappresenta la voglia di conoscere e la razionalità, e sicuramente Eco per crearlo si è ispirato alla celebre figura di Sherlock Holmes.
Adso da Melk: il narratore
Di origini tedesche, è la voce narrante della storia. Durante gli avvenimenti è ancora un giovane ma li racconta quando ha ormai raggiunto un’età avanzata. Egli è un novizio benedettino ed è stato affidato a Guglielmo per avere un maestro che lo istruisca.
Ancora giovane e inesperto, Adso da Melk trova nel frate una guida preziosa, che ammira profondamente e di cui si fida, tanto da farne il suo confessore. Nei sette giorni della vicenda egli matura molto e cresce sia dal punto di vista spirituale che intellettuale, chiarendosi le idee su molti dei fenomeni del tempo, fra cui le eresie e la corruzione della Chiesa. Ma la sua ingenuità lo porta a un momento di debolezza in cui cade nel peccato carnale con una ragazza, questo episodio lo tormenta a lungo e anche da anziano lo ricorda molto bene continuando a esserne sconvolto.
Simbolicamente egli rappresenta l’inesperienza e attraverso le sue domande è una guida per i lettori meno colti.
Frasi celebri di frate Guglielmo da Baskerville
Molte sono le citazioni e le frasi celebri dell’opera, in particolar modo da parte di Guglielmo da Baskerville. Di seguito ne citiamo alcune.
«Il riso è proprio dell’uomo, è segno della sua razionalità [..] serve a confondere i malvagi e far rifulgere la loro stoltezza».
«Sotto tortura dici non solo quello che vuole sentire l’inquisitore, ma anche quello che immagini possa dargli piacere, perché si stabilisce un legame tra te e lui, perché a parlare è la tua lussuria. C’è una lussuria del dolore, come una lussuria dell’adorazione e dell’umiltà».
«Il diavolo è l’arroganza dello spirito, la fede senza sorriso, la verità che non viene mai presa dal dubbio».
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