Riforma ora solare in Italia
Riforma e abolizione ora legale e solare: dell’argomento si discute da mesi. Ma ora sembra giungere dalla Commissione Europea una notizia rilevante che fissa un arco temporale più preciso. Ovvero una data entro la quale, salvo ulteriore proroghe, i Paesi dovranno una volta per tutte affrontare e risolvere la questione. Di cosa parliamo? Della richiesta fortemente sollecitata da alcuni Paesi europei di abolire il cambio dell’orario delle lancette due volte l’anno.
Abolizione ora legale, decisione della Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo
La decisione al momento è stata rinviata al 2021. E a deciderlo è stata la Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo che, come riportato anche dal sito Ansa, ha emendato la proposta di direttiva presentata nel corso del 2018 dalla Commissione. Di fatto si tratta un rinvio.
Abolizione ora legale ora solare, decisione dei singoli Paesi europei
La decisione sui tempi non intacca il diritto degli stati membri di definire l’orario standard. Ma dovranno deciderlo una volta per tutte. Per cui se opteranno per l’ora legale resterà intatto l’orario da marzo 2021. Altrimenti da ottobre dello stesso anno. Sebbene bisognerà successivamente tenere conto delle conseguenze.
Abolizione ora legale o solare ed il coordinamento UE
Tutto questo non fa comunque venire meno un coordinamento centrale da parte dell’Unione Europea.
La diatriba si è aperta da qualche tempo. Le posizioni sono molteplici. È possibile semplificare il quadro spiegano che i primi a muoversi sono stati i Paesi del Nord Europa. Infatti secondo i cittadini dell’Europa settentrionale il cambio dell’ora sarebbe dannoso. Mentre in Paesi come in Italia sono maggiormente considerati i vantaggi che derivano dal cambio ora legale-ora solare come ad esempio il risparmio energetico.
Abolizione ora legale, come andrà a finire?
Certamente della questione si continuerà a parlare molto nei prossimi tempi. Sia perché le discussioni riguarderanno i singoli Paesi e sia per la volontà delle istituzioni europee di monitorare le conseguenze delle singole scelte. Perché? Intanto c’è il rischio di arrecare danno al funzionamento del mercato interno. Al punto che se i diversi orari degli Stati membri dovessero ostacolare “in modo significativo e permanente” lo stesso mercato unico – riferisce notizie.yahoo – il collegio dei commissari potrà presentare una proposta per rinviare la data di applicazione della direttiva di un massimo di dodici mesi e presentare una nuova proposta.
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