Titoli bancari, come stanno andando in Borsa? Alcuni casi
Titoli bancari, l’andamento in Borsa negli ultimi anni, tra ripresa, crisi dello spread e oscillazioni determinate sia da cuse interne che esterne
Quelli bancari sono tra i titoli che subiscono più oscillazioni perché più esposti alle tempeste dei mercati finanziari internazionali, in particolare quelle provocate dai rendimenti dei titoli di Stato.
Lo abbiamo visto nel 2011-2012 e più recentemente nella seconda metà del 2018, con l’innalzamento dello spread. Che ha abbattuto il valore dei titoli di Stato presenti tra gli asset delle banche, facendo calare la loro quotazione. Analizziamo come si sono mossi i principali istituti finanziari italiani.
Titoli bancari, il caso di Banca Intesa
Banca intesa ha toccato un minimo di 1,88 euro ad azione il 20 novembre scorso, dopo avere superato i 3 tra aprile e maggio. Da novembre vi è stato un certo recupero, che ha permesso di superare a febbraio i due euro, fino agli attuali circa 2,13 euro, dopo avere superato anche i 2,20. Sono lontani i tempi, risalenti all’estate 2015, in cui si era arrivati a più di 3,5 euro ad azione. Che poi erano scesi sotto i 2 e risaliti pian piano nella seconda parte di quell’anno e per tutto il 2017.
Titoli bancari, i casi di Ubi Banca e Unicredit
Una storia simile a quella delle quotazioni di altre banche, come Unicredit o Ubi Banca. Le azioni del gruppo Ubi Banca hanno ripreso a salire solo in febbraio, dopo avere toccato un minimo l’8 di 2,13 euro, si è ora risaliti a quota 2,47, dopo avere toccato quota 2,62. Possiamo al massimo dire che a differenza di Banca Intesa la discesa causata dalla crisi dello spread non si era fermata a novembre. Ma anche in questo caso vi è un allontanamento dai massimi raggiunti tra settembre 2017 e maggio 2018. Quando si era saliti sopra i 4 euro per azione, e ancora di più da quelli, più marcati, dell’estate 2017, quando Ubi Banca era andata sopra i 7 euro.
Titoli bancari, Unicredit
Infine Unicredit, che oggi è a quota 11,4 euro circa, ed ha vissuto, prima del ripiegamento dei giorni scorsi, un analogo recupero rispetto ai valori autunnali e invernali, avendo raggiunto un minimo di circa 9,6 il 27 dicembre. Il calo era cominciato dopo il 25 aprile 2018, quando la quotazione era sopra i 18 euro, ed era proseguita in estate e autunno. In questo caso la differenza rispetto ai massimi del 2015 è imponente. Sia nell’aprile 2018 che tanto più oggi siamo lontanissimi dai valori sopra i 30 euro ad azione toccati tra il 2014 e l’estate 2015.
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