Brexit: Ue in pressing, nuovo aut aut per il Regno Unito

Nuovo ultimatum dell’Unione Europea che chiede a Londra proposte accettabili in 48 ore di tempo. Brexit, da certezza a incognita. Vediamo tutti i dettagli.

Brexit: Ue in pressing, nuovo aut aut per il Regno Unito
Brexit: Ue in pressing, nuovo aut aut per il Regno Unito

Sta diventando sempre meno il tempo che separa il Regno Unito da un’uscita dall’Unione Europea senza un accordo di tutela per l’economia del paese stesso. L’Ue è in pressing e la premier britannica Theresa May ha per le mani una nuova gatta da pelare. L’Europa chiede soluzioni accettabili nelle prossime 48 ore.

Brexit: ipotesi di “no deal”

Dopo il 23 giugno 2016, data del referendum per il leave o remain, è iniziato il procedimento di recesso dall’Unione Europea da parte del Regno Unito. Questa possibilità è sancita dall’articolo 50 del TUE (Trattato sull’Unione Europea). La disciplina di questo articolo fa riferimento alla possibilità di uno stato di recedere dall’Unione, c’è da dire tuttavia che l’articolo 53 dello stesso TUE punta a dare alla costruzione europea una durata permanente. La grande spinta euroscettica però ha smosso mari e monti finendo per insidiarsi ogni stato membro di rilievo, anche con un certo consenso. Comunque il recesso dall’UE non consta di una procedura semplice, dato che i rapporti, specie quelli economici, commerciali e politici debbono essere regolati tramite accordi in uscita. L’applicazione dei Trattati cessa dopo 2 anni dalla notifica della decisione di recedere. L’ipotesi che si sta profilando per il Regno Unito, è un no deal (nessun accordo). Il 12 marzo ci sarà un nuovo voto sulla Brexit, in caso di esito negativo questa ipotesi diventerà più probabile. Tra le varie possibilità c’è anche quella il Regno Unito chieda una proroga dell’articolo 50 procrastinando quindi il ritardo dell’uscita dall’euro prevista ad oggi per il 29 marzo. L’ipotesi meno probabile è invece quella di una soft Brexit che faccia permanere “a metà” nell’Ue il Regno Unito. Questa dovrebbe dipendere da un lavoro diplomatico, che finora però non ha dato frutti.

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Brexit: è ancora impasse sull’accordo d’uscita

Al momento la situazione è questa: il 5 marzo Londra non è riuscita a raggiungere un accordo accettabile che riuscisse a soddisfare le richieste di Bruxelles e che al contempo fornisse elementi di tutela adeguati per il Regno Unito. L’Ue però ha fatto sapere di volere entro 48 ore nuove soluzioni. Sappiamo che il leader dei laburisti Jeremy Corbyn aveva paventato l’ipotesi di un nuovo referendum. Tuttavia questa proposta non è stata ritenuta politicamente valida. Lo stallo però continua e difficilmente in queste 48 ore ci sarà una svolta. Un punto cruciale è costituito dal backstop ovvero una clausola che lascia aperto il confine tra le due Irlande dopo la Brexit. Theresa May sta cercando in tutti i modi di ovviare al problema con modifiche giuridicamente efficaci e vincolanti. Intanto la sterlina non apprezza la situazione di immobilità sul fronte accordi ed è in calo. Molti hanno fatto previsioni sugli effetti a lungo termine della Brexit e solo il tempo dirà chi aveva ragione.

Francesco Somma

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