Data cerchiata in rosso per tutti i tifosi bianconeri e non solo. Martedì si sfidano due delle principali pretendenti al maggior titolo europeo: l’Atlético Madrid e la Juventus. Proprio la formazione colchonera partirà con i vantaggi del pronostico, forte del 2-0 inflitto in casa alla squadra dell’acerrimo rivale, CR7. Nell’ultimo match prima dell’incontro decisivo allo Stadium, l’Atlético Madrid conferma tutta la sua solidità difensiva, annullando ogni velleità offensiva del buon Leganés.
Atlético Madrid – Leganés: le formazioni e il tabellino
ATM (4-4-2). Jan Oblak; Solano, Savic, Giménez, Arias; Vitolo, Rodrigo, Thomás, Correa; Griezmann, Kalinic. A disposizione: Adán, Saúl, Lemar, Juanfran, Morata, Tachi, Joaquín. Allenatore: Simeone.
LEG (5-3-2). Lunin; Kravets, Omeruo, Reyes, Tarín, Nyom; Vesga, Pérez, Eraso; Braithwaite, En Nesyri. A disposizione: Andrés, Juanfran, Gumbau, Carrillo, El Zhar, Arnaiz, Santos. Allenatore: Pellegrino.
GOL. Saúl (50′)
AMMONIZIONI. ATM Giménez (14′), Lemar (53′), LEG Braithwaite (15′), Pérez (65′).
SOSTITUZIONI (OUT/IN). ATM Griezmann/Lemar (46′), Solano/Saúl (46′), Kalinic/Juanfran (73′). LEG Eraso/El Zhar (71′),Braithwaite/Carrillo (71′), Nyom/José (76′).
Nonostante il turnover, la musica non cambia
Simeone opta per un turnover abbastanza corposo. Simeone sperimenta il canterano Solano e affida le chiavi della difesa al giustiziere Giménez e la vecchia conoscenza italica, Stefan Savic. Spazio anche per il machi Vitolo e Kalinic. Dal primo minuto c’è anche Thomas Partey. Nonostante il ricambio, l’ Atlético conserva la sua natura granitica, anche contro un avversario insidioso come il Leganés. La squadra della periferia madrileña si trova in 11esima posizione ma ad appena 4 punti dal Sevilla, che occupa attualmente l’ultima piazza utile per accedere all’Europa League.
L’ Atlético Madrid si dispone con ordine e gestisce il pallone con calma. Simeone ordina un pressing blando e ranghi serrati, puntando a colpire in contropiede grazie alla rapidità di Griezmann e Correa. Una partita che non offre spettacolo: solo tante geometrie e tatticismi. Un calcio fatto più di ordine e tattica, che estro e tecnica. Il primo tempo si chiude a reti inviolate con praticamente nessun pericolo degno di nota. Oblak è costretto ad intervenire in un paio di occasioni ma senza sforzi eccessivi.
Simeone cerca di dare una scossa al match con l’inserimento di Saúl e Lemar per Griezmann e il giovane Solano. Dopo appena 3 minuti dall’inizio della ripresa, Correa si procura un rigore grazie ad una buona incursione. Dal dischetto va il neoentrato Saúl Ñigúez: Lunin intuisce la traiettoria e respinge il primo tentativo ma non può davvero nulla sulla ribattuta. Lo stesso Saúl si avventa con cattiveria e sbatte in porta il pallone che vale il vantaggio rojiblanco. Al 50′, quindi, è 1-0 Atlético Madrid. Due minuti dopo i biancorossi vanno vicini al raddoppio con uno splendido tiro da fuori di Thomas Partey. Il pallone sbatte sulla traversa e torna in campo.
Il Leganés sembra no riuscire a reagire e solo Lunin riesce a salvare i suoi dal gol del KO: Lemar ci prova su punizione da posizione interessante. Traiettoria destinata a culminare nel “sette” ma l’estremo difensore del Leganés compie un autentico miracolo deviando il pallone sul palo interno e salvando tutto. Siamo al minuto 62 e da lì in poi succede davvero poco.
La difesa dell’ Atlético Madrid regge ancora. Quinta partita consecutiva senza subire gol
Le statistiche parlano da sole: il Leganés ha effettuato appena 3 tiri, di cui 2 nello specchio della porta. L’Atlético ci ha provato un po’ di più (13 conclusioni) ma con scarsa mira (4 nello specchio). Risalta il maggior possesso palla degli ospiti (56% a 44%). Come spesso accade nelle partite della rojiblanca, Simeone opta per un atteggiamento attendista per poi colpire con contropiedi letali o da calcio piazzato. Un atteggiamento che ha fatto spesso storcere il naso agli amanti dello spettacolo ma che, alla fine, si rivela estremamente efficace.
Per l’Atlético arriva la quarta vittoria consecutiva in campionato. Quarta giornata di seguito senza subire gol. Cinque, se si include anche il match di Champions contro la Juve. Anche per quest’anno, Jan Oblak si appresta a vincere il trofeo Zamora, che riconosce i meriti al portiere meno battuto del campionato. Fino ad ora, l’Atlético conta con 17 gol subiti in 27 match di Liga. La Juve dovrà cercare il modo di scardinare la granitica resistenza biancorossa per poter ambire a passare il turno. Scoprire il fianco da subito o cercare di giocare una partita attenta, evitando il gol dell’Atlético che metterebbe fine – con quasi assoluta certezza – ai sogni di gloria della vecchia signora?
Per il momento, l’Atlético si mantiene stabile in seconda posizione, in attesa di Barcellona e Real. Con la testa, ovviamente, rivolta alla storica trasferta nel Belpaese.
Juve schiacciasassi in campionato ma traballante in coppa
Atlético e Juve arrivano con umori decisamente diversi. La sconfitta esterna per 2-0 rimediata dai bianconeri al Metropolitano ha inferto un duro colpo psicologico alla banda di Allegri. È pur vero che, se nelle coppe la vecchia signora sta dimostrando grossi limiti (out in Coppa Italia con l’Atalanta e qualificazione quasi compromessa contro l’Atlético in Champions), in campionato la squadra di mister Allegri è assolutamente infermabile. La vittoria contro il Napoli al San Paolo ha sancito la chiusura della pratica scudetto. Un +16 che non lascia spazio a discussione alcuna. Tuttavia, l’obiettivo della squadra piemontese è evidente: bisogna vincere la tanto desiderata coppa dalle grandi orecchie. Per farlo, dovrà passare sul corpo di una delle massime favorite alla vittoria finale.
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