Brexit news: conseguenze per l’Italia e scenari possibili. “Stallo in corso”
Allo stato dei fatti, è quella di un Brexit delay l’evenienza più probabile ma anche quella meno gradita da una parte all’altra della Manica
Il 29 marzo, data in cui dovrebbe essere ufficializzato il divorzio del Regno Unito dall’Ue, si avvicina. Theresa May tenterà ancora di far approvare il suo piano di Soft Brexit, finora rifiutato dal parlamento britannico. D’altra parte, lo scenario diventa sempre più improbabile visto lo stallo nelle trattative tra Londra e Bruxelles. Prioritario per il primo ministro inglese rimane, però, sia evitare un No Deal che un rinvio dell’uscita dall’Ue.
Brexit news: 72 ore decisive per la May
Il Parlamento britannico voterà, domani 12 marzo 2019, sull’ipotesi di accordo (Soft Brexit) siglato Theresa May; In caso di fumata nera, mercoledì si dovrà votare sull’ipotesi di Hard Brexit, quindi, sull’uscita dall’Ue senza la firma di un accordo. Solo le aziende italiane, quelle che esportano verso il Regno, secondo uno studio del German Economic Institute, in caso di Brexit “dura” perderebbero tra i 7,5 e gli 11 miliardi di euro nel medio termine. Tuttavia, basse le possibilità di approvazione anche su questo versante; dunque, giovedì, sarebbe necessario votare su un rinvio della procedura di separazione. Anche la durata dello slittamento diventerà oggetto di negoziazione al summit europeo del 21-22 marzo.
Allo stato dei fatti, è quella di un delay l’evenienza più probabile ma anche quella che pare essere la meno gradita da una parte all’altra della Manica. Per buona parte dei britannici un rinvio equivale a un remain de facto, tra l’altro, con un rinvio – secondo alcuni – i laburisti potrebbero richiedere un nuovo referendum; invece, per le istituzioni di Bruxelles significherebbe ridisegnare i tratti del Parlamento Europeo dato che i seggi Uk erano già stati riassegnati in vista delle Europee di maggio.
Brexit news: voto “provvisorio”
Detto ciò, stando a quanto riferisce la stampa inglese, Theresa May vorrebbe trasformare la votazione di domani da un voto “significativo” in un voto “provvisorio”. Cosa significa? Sostanzialmente, non si chiederà ai parlamentari di esprimere un giudizio netto sulla Soft Brexit come concordata dalla May ma più che altro un parere sul testo da lei proposto ma con in aggiunta le ultime modifiche proposte dal procuratore generale Geoffrey Cox.
Tradotto prendere tempo e cercare di fare pressione sull’Ue per ottenere delle concessioni in merito alla permanenza di tutto il Regno Unito nel mercato unico e non solo dell’Irlanda del Nord se non si raggiungesse un accordo (le aziende italiane comincerebbero a pagare almeno 1,3 miliardi per esportare nel Regno Unito). Dall’Ue, però, non si mostra alcuna volontà di rimettere mano agli accordi.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it