Beneficiari reali di Quota 100
Pensioni ultima ora: analisi della riforma previdenziale del Governo Conte. Il Decreto Legge pubblicato il 28 gennaio 2019 in Gazzetta Ufficiale, attualmente in fase di conversione, da alcune settimane ha aperto la strada ai lavoratori che hanno raggiunto i requisiti stabiliti per legge di andare in pensione. La platea dei potenziali beneficiari è stata oggetto di un approfondito studio consegnato alla Camera dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio ed elaborato da Adnkronos.
Pensioni ultima ora, requisiti Quota 100 raggiunti solo dall’1,9%
Ricordiamo prima di fare una fotografia dei principali numeri emersi dallo studio quali sono le condizioni di accesso della cosiddetta Quota 100. In pratica col decreto n. 4/2019 hanno facoltà di accedere alla pensione anticipata coloro che hanno almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. Lo studio dell’UPB ha scandagliato i numeri e verificato che in realtà solo l’1,9% dei futuri pensionati risponde ai requisiti citati.
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Pensioni ultima ora, audizioni Decreto Legge n. 4/2019
I numeri sono emersi durante le audizioni sul Decreto Legge che ha appunto introdotto oltre alle misure previdenziali come Quota 100 anche il reddito di cittadinanza. Cosa indica l’analisi numerica? Come riferisce la stessa Adnkronos solo il 18,4% lascerà il lavoro a 62 anni, di cui il 16,5% avrà però più di 38 anni di contributi. Mentre il 9,7% è composto da chi andrà in pensione con 38 anni di contributi, di cui il 7,8% con più di 62 ani d’età.
In sostanza la stragrande maggioranza di lavoratori che pure accederà alla cosiddetta Quota 100 andrà in pensione o dai 63 anni o con 39 anni di contribuiti.
Considerando somma di età anagrafica e contributi versati i “Quota 104” sono i più numerosi. Infatti si tratta del 19,4% del totale tra i prossimi pensionati. “Quota 105” copre in percentuale il 17,3% e subito dietro, con il 16%, ci sono coloro la cui somma raggiunge “Quota 103”.
Mentre considerando solo l’aspetto anagrafico il più numeroso è il gruppo di chi ha 63 anni pari al 26,9% del totale. Al secondo posto i lavoratori sessantaquattrenni (22,1%) e al terzo di i sessantaduenni (18,4%).
Infine sul fronte contributivo il sottoinsieme più rappresentativo è composto da chi 41 anni di contributi (23,5%). Subito dietro chi ha 40 anni di contributi (21,3%) e poi da chi ha 42 anni di contributi (20,8). Meno numerosi gli altri gruppi.
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