Uno sguardo su Palermo: Parte seconda

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Palermo continua la sua cavalcata verso le amministrative del 6 e 7 Maggio anche se, in questi giorni, alcune cose hanno guastato il clima elettorale già parecchio teso.

L’ultima, in ordine di tempo, è stato l’arresto di Vincenzo Ganci, già consigliere di circoscrizione a Palermo per il PID e ora candidato al consiglio comunale nella lista “Amo Palermo” di Marianna Caronia.

[ad]Il consigliere è accusato di aver permesso che dei boss mafiosi di Misilmeri, un piccolo paese a pochi passi dal capoluogo, riuscissero ad eleggere il presidente di quel consiglio comunale, e che ora stessero tentando di avere un loro referente anche all’interno del comune di Palermo. Un’accusa gravissima, supportata anche da intercettazioni audio-visive, che oltre all’arresto hanno portato all’immediata esclusione dalla lista della Caronia.

Nonostante ciò le altre liste si preparano allo sprint finale: Massimo Costa ha ricevuto la visita del Segretario Nazionale del PDL Angelino Alfano, il quale ha affermato, ai giornalisti presenti all’incontro elettorale di Costa, i quali chiedevano come mai il PDL avesse candidato una persona nemmeno loro tesserata, che “ l’idea del PDL è di aggregare tutti i moderati del centro-destra. Massimo Costa è un moderato ed un ottimo candidato, quindi la scelta fatta è quella giusta”. Dichiarazioni che sembrano lontane anni luce da quelle degli ultimi anni,dove i partiti non solo decidevano a monte il candidato tra le loro fila ma  si mettevano d’accordo su quanto dovessero essere grandi i loghi dei partiti che appoggiavano la coalizione.

Intanto Ferrandelli e Orlando continuano a scagliarsi l’uno contro l’altro, in un trito giro di valzer su chi sia più, o meno, di sinistra. Il vincitore delle primarie del PD attacca frontalmente il suo ex mentore dell’IDV dopo che Francesco Musotto, capogruppo all’Assemblea Regionale Siciliana dell’MPA, ha fatto dichiarazioni di sostegno proprio nei confronti di Orlando. Ricordiamo che lo stesso senatore Orlando, pochi giorni dopo la vittoria di Ferrandelli alle primarie, aveva attaccato il giovane candidato a sindaco accusandolo di ottenere il sostegno dell’MPA per tenere salda l’alleanza con il PD alla Regione. Il braccio destro di Di Pietro ovviamente smentisce e le dichiarazioni di Musotto hanno provocato qualche imbarazzo a Lombardo, ma il 6 e il 7 Maggio appaiono ancora troppo lontani per evitare altri colpi di scena.

Colpo di scena,ma non grazie a Lombardo,che si è avuto pochi giorni fa:  infatti Ferrandelli, durante un dibattito, è stato schiaffeggiato da uno storico esponente dei Radicali. Ulteriore riprova, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il clima a Palermo, è sempre più incandescente.

Coloro che da tutta questa situazione potrebbero ottenere dei vantaggi, insperati fino a poche settimane fa, sembrerebbero proprio due outsider: Rossella Accardo candidata per il Movimento dei Forconi e Riccardo Nuti per il Movimento 5 stelle.

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La prima potrebbe sfruttare l’onda lunga creata dai Forconi in questi ultimi mesi: dalle azioni di protesta con le quali hanno bloccato per vari giorni l’Isola, sono passati a candidare una donna proprio a Palermo. Anche se le azioni eclatanti non mancano: è di pochi giorni fa la loro protesta, attuata davanti la Camera di Commercio di Ragusa, di bruciare le Partite Iva per dare un segnale forte contro la crisi. In effetti il movimento potrebbe avere molti simpatizzanti in Sicilia: si batte per la tutela di coloro che sono stati più vessati dalla crisi, quindi può attingere tra agricoltori, autotrasportatori ed imprenditori stritolati dalla mancanza dei soldi promessi dalla PA, di prestiti e finanziamenti.

Il secondo costituisce una novità per Palermo: il Movimento 5 stelle prova la sua tenuta anche al Sud Italia, dopo i lusinghieri risultati delle passate amministrative e non potrebbe scegliere un momento migliore visto che è dato in crescita in tutti i sondaggi degli ultimi giorni: da Masìa per La7 a Pagnoncelli per Ballarò il movimento si attesta tra il 4,5 e il 7%.

[ad]Il comico genovese, ispiratore del movimento, continua a dare mazzate mediatiche a tutti i suoi competitor elettorali, attaccandoli sulla questione morale, su quella dei rimborsi elettorali e su tutti i mali classici della politica. Quest’azione non è passata inosservata ai rappresentanti politici nazionali; tutti , da Alfano a Bersani, passando per Vendola e Casini, sono d’accordo su un fatto: Grillo è un demagogo che rischia di rovinarsi con le sue stesse mani. Bersani auspica un abbassamento di toni perché “l’antipolitica non risparmierà nessuno”; Vendola invece è più duro asserendo che “Grillo è un coacervo di ideologie di estrema destra e di estrema sinistra, un populista che rischia di far ripiombare il Paese nel clima degli anni ‘30”. Sarà, ma intanto continua a volare alto nei sondaggi facendo leva sulla crescente insofferenza dei cittadini nei confronti della classe dirigente.

Intanto abbiamo un escluso dalla corsa: il generale Antonio Pappalardo della lista “Il Melograno” non ha presentato in tempo la sua lista la quale, tra l’altro, aveva solo 19 candidati contro i 33 minimi richiesti.

Anche il capoluogo siciliano non si discosta dal trend nazionale dell’astensione: sono molti i palermitani delusi dall’attuale situazione politica e che rischiano di non andare a votare. Per questo i siti dei due principali sfidanti, Costa e Ferrandelli, seppur molto diversi tra loro, il primo più “istituzionale” il secondo più “giovanile”, hanno in comune una cosa: non si vede traccia di simboli di partito.

La strategia è chiara: cercare di puntare direttamente sul candidato in modo tale da potersi sganciare subito in caso di non vittoria e, all’opposto, far credere che i partiti siano dei semplici spettatori