Conto corrente cointestato a firma disgiunta nel 2019: la divisione del saldo
Alcune informazioni utili sul conto corrente cointestato a firma disgiunta, in particolare su una questione controversa e che ha causato non pochi grattacapi giudiziari. Ovvero, come funziona precisamente la divisione del saldo? La somma del conto è di eguale diritto di ciascun cointestatario o va divisa in parti uguali? E quali sono le conseguenze nell’eventualità si verifichino casi particolari?
Conto corrente cointestato: firma disgiunta e congiunta, le differenze
Prima di analizzare la “proprietà” del saldo di un conto corrente cointestato, andiamo ad analizzare le principali differenze tra conto corrente cointestato a firma congiunta e a firma disgiunta.
Semplicemente, trattasi di conto corrente cointestato a firma congiunta quel conto in cui, per effettuare un’operazione, è necessaria la firma di tutti gli intestatari del conto stesso. In poche parole, in un conto in cui i titolari sono due, se uno vuole effettuare un bonifico dovrà attendere l’approvazione dell’altro cointestatario.
Naturalmente nel conto a firma disgiunta questa “attesa” non si verifica. Perché tutti gli intestatari del conto sono liberi di effettuare prelievi e bonifici direttamente dal saldo e in piena autonomia. Senza dunque attendere l’approvazione dell’altro.
Conto corrente cointestato a firma disgiunta: divisione del saldo, come funziona
In linea di principio il saldo in un conto cointestato dovrebbe essere diviso in parti uguali tra gli intestatari. Tuttavia, come abbiamo scritto in precedenza, in un conto cointestato a firma disgiunta ognuno è libero di operare sul conto come vuole, senza attendere la firma/approvazione degli altri intestatari.
Come scrive l’avvocato Antonella Mondino in un interessante approfondimento su Tidona.com, “comunemente si ritiene che nella gestione del conto corrente a firme disgiunte ciascuno dei cointestatari abbia il diritto di disporre di quote uguali della somma depositata”. Tuttavia, “l’analisi del contratto che regola i diritti e i doveri delle parti evidenzia che ciascuno dei cointestatari ha il diritto di disporre dell’intera somma ivi registrata in ogni momento”.
Conto corrente cointestato: le responsabilità della banca
In un conto corrente a firma disgiunta, un istituto di credito che si vede una richiesta di bonifico da parte di un contitolare di un conto non può far nulla se non confermare e consentire l’operazione, se lo stesso è a firma disgiunta. Questo perché, come ribadito dalle precedenti affermazioni, ciascun titolare, in questa tipologia di conto, è libero di effettuare movimenti senza attendere approvazione. In una eventuale conseguenza giurisprudenziale, pertanto, l’istituto di credito non avrebbe alcuna responsabilità a riguardo. E una presunta richiesta di revoca dell’operazione da parte dell’altro cointestatario sarebbe legittimamente rifiutata.
Conto corrente cointestato a firma disgiunta: cosa succede in caso di successione
Fin qui sembra essere tutto più o meno chiaro. Ma decisamente controversa è la situazione, anche a livello normativo, nella quale uno dei cointestatari muore. Legge vuole che il conto passi agli eredi. In un conto a firma congiunta, il saldo sarebbe congelato finché non si trovano gli eredi del contitolare deceduto. Ma cosa succede in un conto a firma disgiunta?
Nulla dovrebbe cambiare in merito alle principali disposizioni. In poche parole, gli intestatari del conto avrebbero tutto il diritto di disporre dell’intera somma depositata sul conto corrente. Ciò fa sì che, una volta individuati gli eredi, questi possano presentare richieste di rimborso delle somme a loro dire indebitamente detratte. Ciò però può essere fatto solo nei confronti degli altri cointestatari del conto, ma non nei riguardi della banca che applica solo le norme in materia. Va tuttavia precisato che diversi istituti di credito, nell’eventualità di decesso di un cointestatario di un conto corrente, blocchino comunque per precauzione il saldo e l’operatività del conto, come avviene per quello cointestato a firma disgiunta. Su tale aspetto non c’è una normativa precisa e sono ancora molte le controversie da risolvere in via definitiva.
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