Mobbing: risarcimento danni, chi deve pagare e come fare ricorso

Pubblicato il 19 Marzo 2019 alle 11:20 Autore: Caterina Porta

Mobbing: l’ignobile reato contro i lavoratori. Scatta una tutela per le vittime e il risarcimento del danno pagato dall’Inail.

Mobbing, risarcimento danni, chi deve pagare e come fare ricorso
Mobbing: risarcimento danni, chi deve pagare e come fare ricorso

Innanzitutto, è importante conoscere il significato del termine mobbing. L’etimologia della parola risale al verbo inglese “to mob“, cioè “assalire, molestare”. In altre parole, si intende il comportamento violento che un gruppo rivolge ad un suo membro.
Nell’ambito lavorativo, si parla di una vera e propria forma di terrore psicologico da parte di colleghi o superiori.
In altri termini, il mobbing è un fenomeno che impedisce alla vittima di lavorare serenamente. Purtroppo, all’interno delle aziende, anche le cariche superiori assumono questo atteggiamento. In tal caso si parla di bossing.

Conseguenze del mobbing: i danni alla salute e gli effetti sulla produttività dell’azienda

Per la vittima le prime e immediate conseguenze sono i danni alla salute. Vari e diversi possono essere i sintomi: dalle palpitazioni agli stati d’ansia, dai tremori alle difficoltà respiratorie; in alcuni casi si registrano difficoltà nell’esprimersi e sudorazione fredda. Infine, nei casi più gravi si verificano dermatiti e problemi cutanei di vario genere.

Un’altra sfera dell’esistenza che risente dello stress subito è il sonno. Le vittime riferiscono di incubi, sonno interrotto ed insonnia. La pressione psicologica, poi, può portare a disturbi più evidenti ed invasivi come la cefalea, l’annebbiamento della vista, capogiri e svenimenti.
I dannosi effetti del mobbing intaccano l’umore, le relazioni familiari, sociali e la capacità di affrontare la quotidianità. Nei casi più gravi portano al suicidio del mobbizzato.

D’altra parte, anche per l’azienda si verificano effetti ugualmente devastanti, in particolare sul piano economico. Se, infatti, una persona è vittima di mobbing le sue prestazioni lavorative saranno inferiori a causa di tutti i disturbi sopra indicati. Pertanto, la mancanza di serenità sul posto di lavoro ed i problemi di salute elencati portano ad un minore rendimento del dipendente e quindi ad una perdita economica per l’azienda.

In aggiunta a ciò, si registrano conseguenze anche sul piano sociale. Se i dipendenti si dimostrano scontenti delle condizioni di lavoro e ne parlano con terzi, l’immagine dell’impresa ne risente.

Tutela e risarcimento del danno: chi paga?

Non c’è una legge che tuteli le vittime di mobbing nell’ordinamento italiano. Infatti, per offrire una tutela si fa riferimento ad alcuni articoli della Costituzione. In particolare, l‘articolo 32 della Costituzione riconosce la tutela della salute come diritto fondamentale dell’uomo. All’articolo 35 della Carta Costituzionale si prevede la tutela del lavoro in tutte le sue forme. Infine, l’articolo 41 vieta lo svolgimento dell’attività economica privata, se questa è esercitata in contrasto con l’utilità sociale, o qualora rechi danno alla sicurezza, alla libertà ed alla dignità umana.

Inoltre, anche il Codice Civile offre degli spunti di tutela. In base al Codice Civile, infatti, il datore di lavoro è obbligato a tutelare le condizioni di salute dei dipendenti. Pertanto, si ha sempre responsabilità del datore di lavoro.

La vittima di mobbing potrà ricorrere per ottenere il risarcimento del danno. Esso dovrà agire in tribunale, con il supporto di un legale, dimostrando che il danno alla salute è dipeso dal mobbing.
Tuttavia, materialmente, a pagare il risarcimento del danno è l’Inail e non il datore di lavoro.

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