Oltre i confini nazionali, e in vista delle elezioni europee del prossimo 26 maggio, Luigi Di Maio rilancia sul tema del salario minimo.
“Molte della battaglie che il Movimento 5 Stelle ha fatto in Italia si devono spostare a livello europeo – ha annunciato – Una per tutte? Quella per il salario minimo europeo“.
Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, in visita a Zagabria per la presentazione del Manifesto dell’alleanza politica in vista delle prossime europee, ha lanciato l’idea di un progetto comunitario condiviso.
“L’Ue si dovrebbe impegnare a definire le condizioni minime per difendere la dignità e i diritti di tutti i lavoratori in Europa”, ha spiegato.
Un battaglia ribadita, poche ore dopo, attraverso un post dalla sua pagina Facebook. “Oggi ho avuto il piacere di essere ospite degli amici croati di Živi zid e di Ivan Vilibor Sinčić, i nostri alleati per il gruppo che vuole riaccendere il sogno europeo. Una giornata piacevole e costruttiva, per continuare a lavorare sui temi in vista delle prossime elezioni europee, a partire dalla difesa dei diritti e della dignità dei lavoratori di tutta Europa stabilendo un salario minimo europeo“.
Salario minimo, le proposte in Senato
Dentro i confini nazionali, tuttavia, sono ben due le proposte di legge sul tema al vaglio del Senato. Entrambe dal titolo Istituzione del salario minimo orario. Il primo, presentato dal Partito democratico, ha come primo firmatario Mauro Antonio Donato Laus. Il secondo, invece, depositato in commissione proprio dal partito di Luigi di Maio, è a firma di Nunzia Catalfo.
Entrambe le proposte stabiliscono che la retribuzione minima oraria non possa scendere sotto i 9 euro La prima, però, quella a firma Pd, calcola la soglia “al netto dei contributi previdenziali e assistenziali”. Nella proposta targata 5 Stelle, invece, il calcolo è fatto “al lordo degli oneri contributivi e previdenziali”.
Salario minimo, i dubbi di sindacati e imprenditori
La proposta, già solo calcolata al lordo, coinvolgerebbe quasi 3 milioni di lavoratori. L’incremento medio annuo si aggirerebbe intorno ai 1.073 euro, secondo le stime rilasciate dall’Istat in audizione alla Commissione Lavoro del Senato mercoledì 13 marzo. Insieme all’Istituto nazionali di Statistica sono stati ascoltati anche Inps, Ocse e, prima ancora, i sindacati e la parti sociali.
Per Confindustria, la soglia oraria di 9 euro è troppo al di sopra dei minimi di retribuzione fissati da alcuni contratti di lavoro. Minimi che non superano i 7,5 euro lordi. Per i sindacati, invece, la via da battere è quella dei contratti nazionali di riferimento per ogni settore. In questo modo si favorirebbe un salutare dibattito tra le parti sociali e i minimi salariali sarebbero estesi a tutti i lavoratori coinvolti.
Nonostante i pareri discordanti, fiducia sull’andamento della discussione in Commissione era stata espressa proprio dal vicepremier Luigi di Maio. “Abbiamo avuto un buon incontro con sindacati e parti sociali che è l’inizio di un percorso per aprire una serie di tavoli”. Un iter legislativo che, secondo il vicepremier “cambierà le condizioni di vita del 20 per cento dei lavoratori italiani”.
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