Marcello De Vito arrestato: moglie, M5S e chi è. Di cosa è accusato
La notizia del giorno è l’arresto di Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea Capitolina ed ex candidato sindaco di Roma. Le ultimissime notizie.
Marcello De Vito è stato arrestato nella mattina di mercoledì 20 marzo a seguito di un’indagine per corruzione e traffico illecito di influenze nell’ambito della vicenda sullo stadio della Roma. Andiamo a vedere chi è Marcello De Vito, la sua esperienza politica fino a oggi e di cosa è accusato.
Chi è Marcello De Vito: il cv dell’ex candidato a sindaco di Roma
Sulla piattaforma Rousseau è possibile consultare alcune informazioni sul curriculum vitae di Marcello De Vito e sulle sue esperienze di attivista e di politico. De Vito è nato il 23 luglio 1974 a Roma. Si laurea in giurisprudenza nel maggio del 2000, per poi avviare la pratica forense presso due noti studi legali della capitale. A gennaio 2004, scrive De Vito, supera la prima prova all’esame di abilitazione alla professione forense, vantando il punteggio di 265, tra i più alti della commissione esaminatrice. Si specializza in diritto civile e amministrativo.
Chi è Marcello De Vito: l’esperienza di attivista e politico
Marcello De Vito decide di entrare a far parte del Movimento 5 Stelle a quasi 38 anni, e più precisamente il 25 aprile del 2012. La sua decisione è dettata da una frase dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che aveva affermato come non si dovesse dare troppo spazio al “demagogo di turno”.
Nel 2013 si candida a sindaco per la città di Roma, sfidando Ignazio Marino, Gianni Alemanno e Alfio Marchini. Arriva terzo, con il 12,4% delle preferenze. Nelle primarie del M5S finisce secondo preceduto da Virginia Raggi. Nel 2016 ottiene 6.451 voti che lo conducono a presiedere l’Assemblea Capitolina. Da quel momento fu soprannominato “Mr. Preferenze” all’interno del M5S.
Marcello De Vito è sposato con l’avvocato civilista Giovanna Tadonio.
Marcello De Vito arrestato: di cosa è accusato
L’inchiesta ha portato a scoprire un giro di corruzione per agevolare alcuni provvedimenti amministrativi legati alla costruzione dello stadio della Roma e ad altri progetti immobiliari, come riporta Il Fatto Quotidiano. Tra questi anche un albergo nelle zone limitrofe all’ex stazione di Trastevere e la riqualificazione dei Mercati Generali in via Ostiense. Tra i nomi degli arrestati spicca anche l’avvocato Camillo Mezzacapo. Il Fatto, riportando le parole della giudice per le indagini, cita un “vero e proprio sodalizio” tra De Vito e Mezzacapo. “Nelle intercettazioni captate dai carabinieri emerge volontà di sfruttare il ruolo pubblico di De Vito per fini privatistici e ottenere lauti guadagni”. Per queste ragioni “De Vito ha messo a disposizione la sua pubblica funzione per assecondare interessi di natura privatistica facenti capo al gruppo Parnasi”.
Marcello De Vito e i contrasti con la Raggi
Considerato tra gli esponenti più ortodossi del Movimento e vicino alla Lombardi, recentemente ha criticato anche il sindaco Virginia Raggi. Il sodalizio tra i due non è mai stato molto serrato, a partire proprio dalle primarie per il Campidoglio. La stessa Raggi ha scritto un post su Facebook relativo all’arresto di De Vito. “Nessuno sconto. A Roma non c’è spazio per la corruzione. Chi ha sbagliato non avrà alcuno sconto da parte di questa amministrazione. La notizia dell’arresto di Marcello De Vito è gravissima”. Il sindaco ripone quindi la piena fiducia nella magistratura. “Una cosa è certa: nessuna indulgenza per chi sbaglia. Ho dichiarato guerra alla corruzione e respinto i tentativi di chi vuole fermare l’azione di pulizia che portiamo avanti”.
Marcello De Vito e la dichiarazione d’intenti
Sul profilo di De Vito disponibile sulla piattaforma Rousseau spicca ancora la sua dichiarazione d’intenti. “L’onestà andrà di moda”, si legge. “La mia attività sarà pubblica e trasparente. Cercherò di lavorare al meglio in gruppo, esaltando il senso di squadra del M5S. Metterò onestà e coraggio, perché ci scontreremo con poteri forti”.
Poi, entrando più nel dettaglio, scrive quanto segue. “In questi abbi abbiamo studiato molto la macchina capitolina. Abbiamo individuato le sue distorsioni e i suoi grandi sprechi: dalla gestione clientelare delle società municipalizzate a quella del patrimonio immobiliare. Abbiamo aperto la scatola di tonno e trovato un sistema partitico marcio e asservito”. Infine, “Non abbiamo lobbies da servire, se non i cittadini”.
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