Sondaggi elettorali EMG, il PD cresce del 1,1%, ancora giù il M5S
Sondaggi elettorali EMG, il PD cresce del 1,1% e va al 21%. In calo il Movimento 5 Stelle, colpito anch dall’arresto di De Vito
Continua il trend delle ultime settimane per quanto riguarda i sondaggi elettorali degli istituti, e anche EMG non è da meno. Anche in questo caso il partito ora sugli scudi appare essere il PD.
Dopo la vittoria di Zingaretti alle primarie ha cominciato un’ascesa che lo ha portato oltre il 20% quasi per tutti.
Per EMG è oggi al 21%, grazie al guadagno del 1,1% in una sola settimana. Si tratta di una crescita che avviene a spese del Movimento 5 Stelle, che cala del 0,4% al 23,4%, e degli alleati di sinistra radicale. Infatti nel compesso MDP, Sinistra Italiana, Civica Popolare, SVP, ecc vanno dal 4% al 3,5%.
Giù di mezzo punto anche i partiti minori, al 1,2%.
Naturalmente non risente dell’aumento del PD la Lega, che anzi cresce del 0,3%, e va al 30,9%. Nel complesso la maggioranza è sostanzialmente stabile.
Raggiunge il 10% tondo Forza Italia, che sale del 0,2%, mentre Fratelli d’Italia è al 4,8% e Noi per l’Italia al 0,6%.
Dall’altra parte dello schieramento +Europa rimane intorno al 3%, mentre Potere al Popolo è fermo al 1,6%
Sondaggi elettorali EMG, l’arresto di De Vito segna la perdita della verginità per il M5S per gli italiani
Ai problemi nelle rilevazioni per il Movimento 5 Stelle si aggiunge il colpo mediatico dell’arresto a Roma di Marcello De Vito, l’esponente del movimento accusato di corruzione.
Per il 61% infatti questo fatto segna la fine del mito dell’onestà del movimento.
Forse anche come conseguenza di questa atmosfera solo una minoranza, il 30%, degli italiani pensa che il governo duri tutta la legislatura. La maggioranza relativa, il 35%, pensa che durerà almeno fino a fine anno ma non si sente di prevedere durate maggiori. Il 29% pensa che la maggioranza finirà dopo le elezioni europee del 26 maggio.
Sondaggi elettorali EMG, gli italiani scettici sugli accordi con la Cina
Italiani lontani dalle posizioni del Movimento 5 Stelle anche sulla Cina. La maggioranza, il 53%, è d’accordo con Salvini che è più cauto di Di Maio sugli accordi commerciali con la potenza cinese. Chiaramente nel caso dei leghisti si arriva all’88%, mentre i pentastellati al 44% si ritrovano d’accordo con il proprio leader. Ma ben il 32% di loro preferisce l’approccio salviniano. Come del resto il 45% degli elettori PD.
Tutti concordi invece sul fatto che la strage neozelandese nella moschea rappresenti il fatto che il terrorismo può allignare anche all’interno della nostra società occidentale. La pensa così il 57% degli intervistati (tramite un panel di 1400 persone) e il 62% dei leghisti, oltre che il 66% dei democratici e il 53% dei pentastellati
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