Nella lunga vicenda che coinvolge i risparmiatori che hanno sottoscritto i buoni fruttiferi di Poste Italiane, in merito al rimborso degli stessi, si inserisce anche Federconsumatori. L’associazione ha reso noto di star ricevendo numerose richieste di informazioni sulla questione. Affermando che è pronta anche a ricorrere alla Corte di Giustizia Europea, dopo le controverse recenti decisioni della Corte di Cassazione.
Rimborso buoni fruttiferi di Poste Italiane: continua la diatriba
Incriminate sono le sentenze a favore di Poste Italiane e contro i risparmiatori. Questi ultimi lamentano infatti una modifica al ribasso dei rendimenti di certi tipi di buoni fruttiferi postali (in particolare quelli trentennali) per ciò che concerne i rendimenti. In sintesi, sul retro del buono c’è scritta una cosa, ma la realtà ne recita un’altra. Che è quella sancita dal famoso Decreto del 1986 che dà diritto a Poste di modificare gli interessi dei buoni. Come abbiamo scritto in questo articolo, tuttavia, tali modifiche non hanno apportato grandi scossoni quando erano al rialzo, generando invece l’effetto contrario quando i cambiamenti dei tassi sono avvenuti al ribasso.
Al di là di chi ha ragione e chi ha torto, andiamo a recepire l’ultimo aggiornamento sulla questione consultando la nota recentemente pubblicata da Federconsumatori.
Rimborso buoni fruttiferi di Poste Italiane: Federconsumatori chiede chiarezza
“Stiamo ricevendo in questi giorni molte richieste di informazioni e assistenza da parte dei cittadini che hanno investito i propri risparmi in buoni fruttiferi postali”, si legge nel comunicato. Federconsumatori, coinvolta da tempo in questa battaglia, si è sempre “impegnata a tutelare il diritto dei cittadini a ottenere i rendimenti originariamente previsti sul retro del titolo e indicati al risparmiatore al momento della sottoscrizione”.
Buoni fruttiferi postali: modifiche tassi di interesse, anche retroattive
La Federazione fa quindi riferimento a un pronunciamento del 2007 in cui la Corte dichiarò che la sottoscrizione di un buono equivale a un contratto. E che questa analogia “legale” ne impedisse la modifica in corso. Tuttavia, una nuova sentenza delle Sezioni Unite ha smentito l’originaria pronuncia. Affermando che “per i buoni sottoscritti prima del 1999 il tasso di interesse può essere modificato, anche in modo retroattivo, tra l’altro senza obbligo di informativa al risparmiatore”. Naturalmente l’investitore ha la possibilità di recedere il contratto, data la modifica unilaterale. E incassare la cifra spettante stando al tasso di interesse originario.
Rimborso buoni fruttiferi postali: Federconsumatori pensa al ricorso
Un pronunciamento che tuttavia Federconsumatori ritiene “alquanto contraddittorio e non del tutto rispettoso del diritto del risparmiatore a ricevere informazioni chiare e corrette sui propri investimenti”. Sfugge infatti alla Corte di Cassazione un fatto. Ovvero, “che Poste Italiane è oggi un soggetto di diritto privato, che non può più essere equiparato a un Ente Pubblico”.
Quindi, come affermato dal presidente Emilio Viafora, la Federazione sta “valutando se sussistono gli estremi per presentare ricorso alla Corte di Giustizia Europea”.
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