Sette pagine, ventinove punti e un potenziale di 20 miliardi. È il memorandum Italia-Cina sulla nuova Via della Seta, siglato sabato 23 marzo a Villa Madama. Alla presenza del presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte e del presidente della Repubblica cinese Xi Jinping, i due Paesi si sono formalmente impegnati ad approfondire la cooperazione bilaterale nell’ambito del progetto Belt and Road.
Il Memorandum of Understanding, diviso in sei paragrafi, definisce i principi, le modalità e gli ambiti della collaborazione tra le due nazioni.
Memorandum Italia-Cina: i punti dell’accordo
Con l’obiettivo di “tradurre i rispettivi complementari punti di forza in reciproci vantaggi” i due partner hanno stabilito gli ambiti della collaborazione.
Dai trasporti allo sviluppo verde, dalla collaborazione finanziaria alla connettività people-to-people, passando per infrastrutture e commercio. Tracciare con precisione il confine degli accordi contenuti nel memorandum Italia-Cina non è semplice. Il documento ha in sé un potenziale tale da coinvolgere tutto il sistema industriale del Paese. Un potenziale che emerge nitidamente tra le righe dell’elenco delle intese, commerciali e istituzionali, sottoscritte a Villa Madama.
Ad essere coinvolte sono le maggiori aziende italiane, Cdp, Eni, Fincantieri, Ansaldo, Snam, Italgas e Terna. Ciascuno di questi gruppi è chiamato a collaborare con un partner cinese su uno degli ambiti contenuti nel memorandum. Un ruolo fondamentale, ad esempio, spetterà a Cassa Depositi e Prestiti. Il braccio finanziario del governo, infatti, dovrà sostenere le aziende italiane in Cina attraverso l’emissione di Panda bond, in collaborazione con la Bank of China.
Memorandum Italia-Cina: il nodo delle telecomunicazioni
Scorrendo tra le righe dell’accordo, al secondo punto del II paragrafo, quello riguardante trasporti, logistica e infrastrutture, si definiscono i settori specifici della collaborazione. “Le Parti – si legge – collaboreranno nello sviluppo della connettività infrastrutturale, in settori di reciproco interesse”. Ovvero: “Strade, ferrovie, ponti, aviazione civile, porti, energia – incluse le energie rinnovabili e il gas naturale – e telecomunicazioni “. Anche se in fondo alla lista, dunque, le telecomunicazioni compaiono nel memorandum tra Italia e Cina, dopo le polemiche dei giorni scorsi sul tema del 5G. Nel testo non si fa chiaro riferimento alla rete di nuova generazione, tuttavia l’indefinitezza dell’accordo non chiarisce ancora in che modo, e con quali limiti, i colossi della telecomunicazione cinese, Huawei e Zte in testa, potrebbero entrare a far parte delle trattative.
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