Pensione di cittadinanza: requisiti e importo, come calcolare se spetta
Pensione di cittadinanza: cifre annunciate dal governo, alla fine, potrebbero rivelarsi soltanto un proclama elettorale, denuncia la Cgil
Quante persone riceveranno la misura “gemella” del Reddito di Cittadinanza? Le cifre annunciate dal governo, alla fine, potrebbero rivelarsi soltanto un proclama elettorale, denuncia la Cgil.
Secondo l’Inps alla pensione di cittadinanza dovrebbero aver accesso 250mila famiglie. Il ministro del Lavoro Di Maio aveva portato la cifra a 500mila. “Saranno molte meno”, invece, assicura l’Spi-Cgil.
Pensione di cittadinanza: cifre poco realistiche
Secondo il dipartimento pensionati del sindacato, infatti, considerando che “i paletti per accedere all’integrazione sono molto più rigidi di quelli propagandati” non più di 120 mila nuclei familiari percepiranno la nuova misura di sostegno al reddito. In pratica, la stessa platea che attualmente richiede l’assegno sociale.
Entra a gamba tesa sul provvedimento il segretario Spi-Cgil Ivan Pedretti: “siamo di fronte a una promessa elettorale e dopo le elezioni europee arriverà la disillusione”. Pedretti si riferisce anche al fatto che più di 5 milioni di pensionati nei prossimi mesi – a giugno probabilmente – dovranno restituire circa 200 milioni di euro. Ciò per via del ricalcolo dei trattamenti previdenziali in base all’adeguamento all’inflazione e all’applicazione del contributo di solidarietà introdotto con l’ultima manovra.
“La pensione di cittadinanza risulterà nella maggior parte dei casi un’integrazione dell’assegno o della pensione sociale” tiene a sottolineare Pedretti. Con l’assegno sociale si possono percepire fino a 458 euro al mese per 13 mensilità (5.984 euro all’anno). L’assegno cresce dopo i 70 anni, però, non può comunque superare i 7.560 euro annui. Nel 2018, erano 861.000 a beneficiarne. L’importo medio è di 433 euro al mese.
Pensione di cittadinanza: il criterio della casa di proprietà
Ora, è vero che la pensione di cittadinanza prevede un beneficio più consistente, tuttavia, i criteri per accedere all’assegno e alla pensione sociale sono molto meno rigidi.
“Volendo fornire degli esempi concreti – continua Pedretti – fra i pensionati che possiedono una casa di proprietà, solo chi attualmente percepisce l’assegno sociale potrà sperare di ottenere l’integrazione della pensione di cittadinanza, mentre fra coloro che sono in affitto solo chi ha la pensione integrata al minimo e chi vive da solo con la pensione di invalidità al 100% potrebbe avere accesso a una parte della quota di beneficio legato al pagamento dell’affitto (1.800 euro all’anno, ndr)”.
Solo il 12% dei pensionati non ha una casa di proprietà, secondo i dati Istat. Insomma, la maggior parte dei pensionati vive in una casa di proprietà, quindi, di fatto non potrà ricevere la pensione di cittadinanza. “Inoltre non avranno incrementi i pensionati con trattamento minimo, maggiorazione e quattordicesima e quelli con trattamento di invalidità civile al 100% se vivono in una casa di proprietà. Ma non otterrà integrazioni neppure una coppia di pensionati con trattamento minimo e quattordicesima perché supererebbero il limite di reddito familiare” conclude il segretario Spi-Cgil.
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