Fabrizio Corona, ultime notizie: perché torna in carcere dopo la diffida
Fabrizio Corona torna in carcere, a stabilirlo è il giudice del tribunale di Sorveglianza. L’ex paparazzo non avrebbe potuto partecipare a trasmissioni tv.
Arrestato Fabrizio Corona
Sospeso l’affidamento terapeutico,Fabrizio Corona torna in carcere. L’ex fotografo dei vip è stato raggiunto nel pomeriggio di lunedì 25 marzo dagli agenti del commissariato Garibaldi-Venezia di Milano. La polizia ha prelevato Corona dal suo appartamento e lo ha condotto in cella a San Vittore.
A stabilirlo è stato il giudice di Sorveglianza di Milano Simone Luerti, che ha deciso di interrompere l’affidamento terapeutico, concesso a Corona per curare la dipendenza psicologica dalla cocaina.
Fabrizio Corona, violate le disposizioni del tribunale di Sorveglianza
La decisione del magistrato arriva in seguito a ripetute violazioni. Corona, infatti, era sottoposto ad alcune rigide prescrizioni imposte dal tribunale di Sorveglianza. Disposizioni puntualmente ignorate. Per questo motivo, lo stesso Luerti aveva emesso alla fine di febbraio una diffidain virtù di tale provvedimento Corona non avrebbe potuto lasciare la Lombardia per partecipare a trasmissione televisive, fino al prossimo 30 marzo. Disposizione palesemente infranta domenica 24 marzo quando Corona ha partecipato a una puntata del talk di La7 Non è l’arena.
Del resto, sempre per Non è l’Arena, Fabrizio Corona aveva girato un reportage all’interno del boschetto di Rogoredo, famosa piazza di spaccio nella periferia Sud di Milano. In questo modo l’ex fotografo aveva infranto il divieto, prescritto dal tribunale di Milano, di frequentare tossicodipendenti o luoghi di spaccio. Proprio in quell’occasione, poi, Corona e la sua troupe erano state vittime di un’aggressione da parte di alcuni pusher della zona.
A queste irregolarità si aggiungono una serie di violazioni minori. Più volte Corona sarebbe rientrato a casa oltre l’orario massimo concesso dal tribunale, le 23,30 e avrebbe compiuto altre trasferte non autorizzate al di fuori dai confini della Lombardia.
Ora sarà lo stesso tribunale di Sorveglianza a confermare o meno la sospensione dell’affidamento terapeutico, entro 30 giorni.
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