Uscire dal “national embarrassment” non sarà facile. L’imbarazzo nazionale, citato dal leader laburista Jeremy Corbyn durante il suo intervento in Parlamento attanaglia il governo di Theresa May. E, proprio per cercare una via d’uscita dallo stallo, durante la notte la Camera dei Comuni ha approvato, con 329 voti a favore e 302 contrari, un emendamento che permette al Parlamento di gestire le prossime mosse su Brexit.
In particolare, il provvedimento permetterà alla House of commons di tenere, a partire da mercoledì 27 marzo, una serie di voti indicativi sulle alternative al patto siglato tra il governo May e l’Unione europea, già bocciato due volte alla Camera. I parlamentari inglesi dovranno verificare, dunque, intorno a quale ipotesi esista una maggioranza parlamentare. Al vaglio diverse alternative: un secondo referendum, la revoca dell’articolo 50 che annullerebbe l’uscita o la permanenza nell’unione doganale. Ipotesi presentate dal Parlamento stesso e non da Downing Street.
Brexit ultime notizie: l’ora più buia di Theresa
La decisione del Parlamento arriva alla fine di una giornata tormentata. La premier britannica Theresa May aveva ammesso di non avere i numeri per riportare in Parlamento l’accordo siglato a novembre con Bruxelles. Eppure, nonostante l’evidente fragilità del suo esecutivo, il primo ministro aveva lasciato intendere di voler proseguire sulla sua strada, escludendo un passo indietro. Inoltre, prima che il Parlamento votasse l’emendamento proposto dal conservatore Oliver Letwin e dalla laburista Yvette Cooper, la May aveva dichiarato di essere “scettica su queste procedure che potrebbero ribaltare l’equilibrio delle nostre istituzioni democratiche”. Le indicazioni ai suoi parlamentari erano chiare, votare contro l’emendamento. Ma l’indicazione non è stata seguita da tutti. Non solo 30 tories hanno votato a favore ma ben 3 membri dell’esecutivo, Richard Harrington, Alterair Burt e Steve Brine, hanno presentato le loro dimissioni per poter votare contro il governo May.
Brexit ultime notizie: un esito incerto
Al momento non è ancora prevedibile l’esito del braccio di ferro tra governo e Parlamento su Brexit. Secondo Matt Hancock, segretario di Stato alla salute del Regno Unito, il governo ascolterà i parlamentari e le ragioni del loro voto ma non può impegnarsi a seguire le loro indicazioni.
Del resto, come ha più volte ribadito la stessa premier May, la prospettiva di un no deal, un’uscita senza accordo, sarebbe fortemente osteggiata dal governo. Sul tavolo, quindi, resterebbero tre alternative: bloccare l’uscita, modificare l’accordo verso una soft Brexit o indire un nuovo referendum. Quest’ultima ipotesi, del resto, darebbe seguito all’enorme manifestazione anti-Brexit che lo scorso weekend ha portato un milione di persone in piazza.
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