Sì alla cittadinanza italiana, Salvini incontra Ramy e Adam al Viminale
Salvini ha ricevuto gli studenti dello scuolabus di San Donato, insieme ai carabinieri che li hanno salvati. A Di Maio risponde: “Mi sono convito da solo”.
Adam sorride, Ramy non nasconde l’imbarazzo. Si conclude così, con una stretta di mano al ministro dell’Interno, la vicenda della concessione della cittadinanza italiana ai protagonisti del salvataggio del bus di San Donato. Al Viminale Matteo Salvini ha voluto incontrare Ramy, Adam e cinque dei loro compagni, insieme ai carabinieri che, con il loro intervento, li hanno salvati dalle fiamme appiccate dall’autista del mezzo.
Salvini ai giornalisti: “Sono stati usati dalla politica”
“Mi auguro che con oggi si chiuda un percorso di vita e mediatico per i ragazzini, per gli insegnanti, per i carabinieri. Conto che da oggi nessuno li usi più“. Così il ministro dell’Interno ha commentato l’incontro con gli studenti, durante la conferenza stampa al Viminale.
“Ho avuto la disgustosa sensazione che i ragazzini di Crema siano stati usati da qualcuno per fare battaglia politica», ha spiegato Salvini.
Il leader della Lega ha poi risposto a distanza alle dichiarazioni dell’alleato di governo Luigi Di Maio, che si era detto felice di averlo convinto a concedere la cittadinanza italiana ai due ragazzi. “Accolgo i consigli di tutti – ha detto Salvini – ma in questo caso mi sono convinto da solo, prendendomi il tempo necessario per dire sì a ragion veduta e non a capocchia. La cittadinanza è una cosa seria e si dà quando ci sono tutti gli elementi per concederla.”
Cittadinanza italiana a Ramy e Adam, il via libera del Viminale
Durante l’incontro al Ministero, il vicepremier ha sottolineato che la cittadinanza italiana sarà concessa solo a Ramy e ad Adam. E ha aggiunto che sarà necessario ancora qualche giorno per svolgere i dovuti accertamenti, “perché questi ragazzi possano diventare italiani senza alcuna variazione della legge sulla cittadinanza“.
Il nodo sulla questione era stato sciolto dallo stesso ministro dell’Interno martedì scorso. Dopo qualche tentennamento, dovuto ad alcuni precedenti di un parenti di Ramy, il ministro aveva dato il suo beneplacito.
“Sì alla cittadinanza a Rami perché è come se fosse mio figlio – aveva dichiarato -. Ha dimostrato di aver capito i valori di questo paese, ma il ministro è tenuto a far rispettare le leggi. Per atti di bravura o coraggio, le leggi si possono superare”.
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