Chiamato in causa dal deputato M5S Luca Sut sulle divergenze in merito al Decretone, l’esponente di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto ha replicato con un lungo post su Facebook, intitolato “La differenza tra il parlare e l’agire”. Rizzetto parla di diversi temi: non solo del maxi-decreto che contiene Quota 100 e reddito di cittadinanza, e per il quale è principalmente intervenuto. Ma anche per altre misure inizialmente proposte nel contratto di governo e poi messe da parte: tra queste spiccano Quota 41 per tutti e l’ultima salvaguardia per gli esodati. L’esponente M5S citato aveva infatti tirato in ballo Rizzetto come uno dei responsabili della disinformazione che, “parlando di confusione sul reddito di cittadinanza finiscono col crearla loro stessi”.
Pensioni ultime notizie: reddito di cittadinanza, il pensiero di Rizzetto
Il deputato FdI scrive di non essere contrario al reddito di cittadinanza come misura in quanto tale. “Sono contrario ad applicarlo ora”, spiega, “come misura squisitamente elettorale, con una disoccupazione all’11% e senza aver fatto nulla per coloro che il lavoro lo creano, ovvero le imprese e gli imprenditori”. E non serviranno neppure i centri per l’impiego, che non potranno “inventarsi i posti di lavoro e di certo entro 18 mesi da oggi non troveremo qualche milione di offerte”. E a proposito di questo punto, Rizzetto punta l’attenzione proprio sulla riforma e la riorganizzazione dei centri pubblici per l’impiego, che qualche collega di Sut “aveva descritto a Ottobre 2018 come fatta nei prossimi tre mesi”.
Pensioni ultime notizie: Quota 41 per tutti ed esodati, che fine hanno fatto?
Altri due temi centrali sono Quota 41 per tutti, misura che il governo ha spesso definito l’obiettivo finale, e l’ultima salvaguardia per gli esodati. Ma il punto è che Quota 41 è stata rinviata a data da destinarsi e gli esodati sono stati “dimenticati da questo Governo”.
Pensioni ultime notizie: meglio investire su imprese che sul reddito
Rizzetto afferma che avrebbe speso quei miliardi (di debito) previsti dal decretone “per detassare in primis le assunzioni, tagliare la burocrazia, abbattere il cuneo fiscale“. E infine “far pagare meno il contratto di lavoro a tempo indeterminato”. Di contro, accusa l’esponente FdI, il M5S porta avanti una distorsione del Jobs Act, come lo è il Decreto Dignità. Rizzetto parla anche della Cina. “In questi giorni, sponsorizzando la cosiddetta Via della Seta, invitano le aziende ad avvicinarsi e andare in Cina più che fermarsi nel nostro Paese. Noi vendiamo arance, mentre i francesi senza nemmeno firmare accordi fanno affari industriali con il Presidente cinese per circa 30 miliardi di euro”.
Insomma, con tutti quei miliardi previsti dal decretone per investire sul reddito di cittadinanza, cosa avrebbe fatto Rizzetto? Sarebbe andato “dagli imprenditori per dire loro che offrire e mantenere posti di lavoro costerà meno, molto meno”. Ma tutto questo non succederà, conclude. Senza considerare che ancora oggi “oltre il 20% dei lavoratori italiani che faticano un mese intero portano a casa meno di 780 euro al mese”.
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