Le elezioni lucane hanno rappresentato l’ulteriore conferma del trend politico in atto da alcuni mesi nel nostro Paese.
Quello che vede un centrodestra a trazione leghista dominare la scena politica fino a vincere in una regione tradizionalmente ostica per esso come la Basilicata. Un centrosinistra in ripresa rispetto alle politiche ma sempre minoritario, anche nelle aree in cui era una volta forte.
Un Movimento 5 Stelle in caduta dai massimi raggiunti un anno fa.
Il rapido evolversi delle fortuna delle coalizioni tuttavia ci impone anche per la Basilicata di fare un confronto non solo con le elezioni del 2018, ma anche con quelle, sempre regionali, del 2013.
Il voto locale, del resto, andrebbe sempre paragonato prima di tutto al corrispondente voto locale.
È quello che abbiamo fatto come Termometro Politico
Ed è evidente anche in questo caso come sia accaduto un terremoto politico in quella che una volta era chiamata “l’Emilia del Sud”, per gli altissimi consensi ai partiti di sinistra.
Elezioni Basilicata, il centrosinistra conferma solo metà degli elettori
Il centrosinistra ha perso moltissimi elettori. Solo poco più del 50% ha confermato il proprio voto per la coalizione. Poco meno di un quarto di essi ha preferito spostarsi verso il centrodestra.
Il 13,3% si è astenuto, mentre un 10% ha votato il Movimento 5 Stelle, che in realtà rispetto a 5 anni e mezzo fa ha aumentato i propri consensi.
Chiaramente molto più alto il tasso di conferma nel centrodestra. Più dell’80% degli elettori di questa coalizione ha fatto la stessa scelta nel 2019.
il 10,3% si è astenuto mentre l’8,3% ha preferito il Movimento 5 Stelle.
Buona, anche se leggermente inferiore, anche la capacità del M5S di trattenere gli elettori del 2013, che, vi è da dire, erano stati pochi, poco più del 13%. Uno zoccolo duro che è rimasto.
Il 15,2% di loro però ha trasferito il proprio voto al centrodestra nel 2019 e il 9,1% non è ritornato alle urne.
Elezioni Basilicata, la provenienza dei voti attuali alle coalizioni
Si può naturalmente analizzare i flussi di voto da una prospettiva inversa, ovvero osservare da dove provengono i voti attuali rispetto all’elezione del 2013.
Così il dato più interessante in questo caso è quello relativo al centrodestra. Che ha guadagnato così tanti consensi che solo il 31,2% delle preferenze attuali risulta provenire da elettori che già l’avevano scelto nel 2013.
Il 29,6% viene da vecchi elettori di centrosinistra, per il 32,8% invece si tratta di nuovi elettori, spesso ex astenuti. Solo nel 4,2% dei casi si tratta di ex votanti del Movimento 5 Stelle.
Nel caso del centrosinistra, che invece ha perso voti, quasi l’80% dei consensi viene dalla stessa area. Solo il 18,6% dal non voto. E solo l’1% dalla sinistra radicale.
Più variegato il panorama del voto al Movimento 5 Stelle. Nel 42,4% dei casi le preferenze vengono da elettori che giù lo avevano scelto 5 anni e mezzo fa, mentre poco più di un quarto di essi era stato prima di centrosinistra.
Il 23,7% si era prima astenuto o non era maggiorenne. E solo il 6,8% invece viene dal campo del centrodestra
Elezioni Basilicata, i flussi rispetto al 2018
Rispetto alle elezioni politiche dell’anno scorso i flussi sono stati molto diversi. Nel 2018 vi era stato il trionfo del Movimento 5 Stelle, che aveva superato il 44%. E di conseguenza è il comportamento degli elettori di questo partito, che in maggioranza non anno replicato il loro voto, che è stato particolarmente interessante.
Solo il 35% dei pentastellati ha votato nel 2019 allo stesso modo. Il 30% circa si è astenuto, mentre il 25% è passato al centrodestra. Solamente il 10% ha invece scelto il centrosinistra.
Di conseguenza non ci si stupisce osservando che del voto attuale al M5S la gran parte, il 90% viene proprio da chi già aveva votato quella lista.
Nel caso del centrosinistra, che era crollato nel 2018, vi è stata una sostanziale riconferma, l’80% ha ripetuto il proprio voto per la coalizione, mentre il 10% è passato alla sinistra radicale e il 10% all’astensione.
Quanto alla provenienza del voto attuale solo metà risulta scaturire dalla scelta di chi era già di centrosinistra. Il 24% dei consensi verrebbe da elettori pentastellati in uscita, il 15% dagli astenuti, il 10% dalla sinistra radicale.
E il centrodestra? Il 65% conferma il voto del 2018, il 20% è passato al centrosinistra e il 15% all’astensione.
Al vincitore Bardi però, guardando le cose da una prospettiva differente, è arrivato il 33% dei voti da ex sostenitori del Movimento 5 Stelle, mentre solo il 47% degli elettori aveva già votato centrodestra. Il 5% dei suoi attuali elettori proviene dal centrosinistra, e il 14% dagli astenuti
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