Quaranta volte Stefano Sorrentino. Il portiere del Chievo: “Non smetto di giocare”
Quaranta volte Stefano Sorrentino. Il portiere del Chievo: “Non smetto di giocare”. Il 28 marzo del 1979 a Cava de’ Tirreni, provincia di Salerno…
Il 28 marzo del 1979 a Cava de’ Tirreni, provincia di Salerno, nasceva Stefano Sorrentino. Figlio d’arte, il papà Roberto ha giocato sempre come portiere, tra le altre, con Cagliari e Bologna.
Portiere molto agile e autentico leader di squadra, Sorrentino ha militato nelle giovanili di Lazio e Juventus. Nella sua ventennale carriera da professionista, ha vestito anche le maglie di Torino, Juve Stabia, Varese, AEK Atene, Recreativo Huelva, Chievo e Palermo.
Proprio con la maglia dei clivensi sta vivendo una stagione difficilissima, che molto probabilmente si concluderà con la retrocessione dei veronesi. Da sempre tra i migliori interpreti del ruolo in Italia, riconosciuto anche da tanti avversari, non è mai riuscito tuttavia ad indossare la maglia della Nazionale.
In carriera vanta oltre 600 presenze ufficiali, alcune delle quali anche in Champions League e Coppa UEFA, racimolate ai tempi dell’esperienza all’AEK.
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Le parole di Sorrentino: “Voglio le 400 gare in Serie A”
Nonostante gli “anta” raggiunti, Sorrentino non ha proprio voglia di appendere i guantoni al chiodo. Lo ha rivelato in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport nella quale, tra le altre cose, ha dichiarato di credere ancora fermamente alla salvezza del Chievo:
“Io continuo. Tempo fa dicevo che volevo arrivare a 40 anni in A e ce l’ho fatta, il prossimo obiettivo sono le 400 partite in massima serie e non me ne mancano tante. Se le supero, magari andrò anche a prendere Ballotta. Opzione di rinnovo col Chievo? Col presidente c’è un rapporto splendido. A fine anno vedremo cosa sarà meglio per tutti. Vedremo anche la categoria: finché l’aritmetica non ci condanna io ci credo. Il mio futuro ora è la partita col Cagliari“.
Qualche parola anche per la Nazionale di Mancini:
“Sull’Italia di Mancini? Bene, sono contento perché c’è entusiasmo. È tornata l’Italia che porta gente allo stadio e alla tv, quella che quando si ferma il campionato uno dice: “Gioca la Nazionale, pizza e birra da me”. E vedo la voglia da parte dei convocati di andarci. Negli ultimi anni, osservando da fuori, mi pareva un peso“.
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