Sciopero scuola maggio 2019: data, motivi e sigle sindacali aderenti

Sciopero scuola: vorrebbe accendere i riflettori su numerose problematiche del comparto, partecipazione dalle maggiori sigle sindacali

Sciopero scuola maggio 2019: data, motivi e sigle sindacali aderenti
Sciopero scuola maggio 2019: data, motivi e sigle sindacali aderenti

Data sciopero scuola a maggio 2019


La scuola si dovrebbe fermare per un giorno nel mese di maggio. Lo sciopero, che vorrebbe accendere i riflettori su numerose problematiche del comparto, dovrebbe vedere la partecipazione dalle maggiori sigle sindacali di docenti e membri del Personale Ata.

Sciopero scuola maggio 2019: le rivendicazioni dei sindacati

Se si concretizzerà, saranno chiamati ad aderire alla protesta tutti iscritti appartenenti alle seguenti categorie sindacali: Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Snals. Al centro della mobilitazione, le emergenze individuate per quanto riguarda: i salari, pesantemente più bassi rispetto alla media europea. Il precariato, il ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato che non si è ridotto negli ultimi anni. L’eccessivo carico di lavoro e le carenze di organico del Personale Ata e la salvaguardia del carattere unitario e nazionale del sistema scolastico in contrasto ai tentativi di regionalizzazione.

Non ci sono ancora certezze sulla data in cui lo sciopero potrebbe effettivamente svolgersi. Bisogna considerare che altri sindacati – Usi, Cobas Sardegna e Usb – hanno già proclamato delle mobilitazioni generali per l’1 maggio, il 6 e 7 maggio e per il 10 maggio. È prevedibile, quindi, un intervento della Commissione di Garanzia per compattare le date. Detto ciò, i sindacati della scuola sembrano orientati verso la scelta del 17 maggio.

Sciopero scuola maggio 2019: una protesta “inevitabile”

Nonostante i dubbi sulla data, la protesta sembra inevitabile. Almeno così sembra ascoltando i leader sindacali, soprattutto, dopo che il ministro Bongiorno ha annunciato la proposta di una legge contro l’assenteismo. “Norme inapplicabili alla scuola” ha detto Pino Turi, a capo del compartimento scuola di Uil. Sono altre le questioni di cui si dovrebbe occupare il governo rileva il segretario: “dare stabilità al lavoro, sfilare la scuola dalle logiche regionali, inserire risorse nel documento di programmazione economica per dare stipendi adeguati, riconoscere le professionalità della scuola”.

Chiede un cambio di rotta al ministro Bussetti la segretaria di Cisl scuola Maddalena Gissi: “ci dica se il Governo è pronto ad aprire un grande dibattito sull’autonomia regionale coinvolgendo anche le parti sociali. Questo gli chiediamo. Ma se risposte non ce ne saranno, sappia che la mobilitazione farà il suo corso, e nessuno potrà parlare di uno sciopero proclamato ‘a prescindere’, men che meno di uno sciopero politico per mettere in difficoltà un Governo”.

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