Quanto guadagna un commercialista: stipendio netto e lordo in Italia
Quanto guadagna un commercialista? Una domanda che molti appassionati del mestiere e professionisti in generale si pongono. Proviamo a rispondere.
Stipendio commercialista in Italia
Il commercialista per alcuni professionisti è il “migliore amico”. Perché mette a posto la contabilità, fronteggia il “mostro” fiscale, sistema le pratiche, segue le decine di cambiamenti che si susseguono su un solo aspetto, magari minuscolo, della tassazione d’impresa. O semplicemente è un valido supporto nella dichiarazione dei redditi. Un professionista da contattare per non incappare in beghe burocratiche e sbagli da dilettante che potrebbero indurre in errore nelle dichiarazioni fiscali. Ma il commercialista è anche una spesa: e questo sia per le famiglie sia per le grandi attività può essere un problema. Soprattutto se il commercialista guadagna tanto.
A dire il vero va precisato che il commercialista percepisce una retribuzione da parte dei suoi clienti in base al (tipo di) lavoro che fa. La parcella per una semplice dichiarazione dei redditi sarà certamente diversa dalla gestione della contabilità di una Srl. Per questi motivi la risposta alla domanda “quanto guadagna un commercialista?” non può essere di carattere universale. Proveremo comunque a fornire una serie di informazioni utili sul tema.
Quanto guadagna un commercialista: stipendio, perché può cambiare
Prima di analizzare alcuni numeri – approssimativi e in media – ribadiamo che esistono diversi tipi di commercialisti. Ce ne sono di più specializzati, magari in contabilità societarie oppure nella fiscalità delle pubbliche amministrazioni. E poi ci sono quelli che vivono al Nord o al Sud dell’Italia. E poi, approfondendo di più la questione, quelli che hanno uno studio nel quartiere più chic di un capoluogo di provincia e quelli che invece lavorano più in periferia o nei villaggi di campagna limitrofi. Lo stipendio di un commercialista può variare dunque da molteplici fattori: non solo da cosa fa per il suo cliente ogni anno, ma anche per la sua residenza, l’ubicazione geografica e la sua specializzazione.
Quanto guadagna un commercialista: come cambia lo stipendio da nord a sud
Dicevamo dell’ubicazione geografica. Sì, perché la residenza nel Settentrione o nel Meridione influisce anche sullo stipendio di un commercialista. Stando a un articolo di QuiFinanza, i commercialisti vivono meglio in Trentino Alto Adige, dove guadagnano (in media) circa 107 mila euro annui. Ma anche in Lombardia non se la passano male, visto che il compenso annuo ammonta a poco meno di 94.871 euro. Insomma, al nord si guadagna di più.
I commercialisti non se la passano troppo bene al Sud. Come in Calabria, ad esempio, dove lo stipendio annuo ammonta a circa 24 mila euro annui, mentre in Campania si aggira attorno ai 30 mila euro. Stiamo citando solo delle medie, ovviamente, visto che per un commercialista campano che guadagna 50 mila euro annui, ce n’è uno che magari ne guadagna 10 mila.
Quanto guadagna un commercialista “autonomo”?
Va precisato anche che il commercialista può essere autonomo e lavorare quindi nel suo studio con partita Iva. Oppure essere assunto da impiegato in uno studio più grande. Oppure, ancora, gestire la fiscalità di una grande azienda o di una pubblica amministrazione. Pertanto, anche dall’inquadramento nel contesto professionale, può cambiare la situazione retributiva di un lavoratore.
Un commercialista con partita Iva può comunque guadagnare dai 1.500 euro netti al mese in su, in base all’esperienza professionale, al numero e al tipo di clienti. Più sale di autorevolezza (e di numero di clienti) più i guadagni salgono, e a volte anche le spese, come quelle sostenute per lo studio e per gli eventuali collaboratori. Possiamo comunque dire che un commercialista affermato e con alcuni buoni clienti riesce a guadagnare anche sui 5-6 mila euro netti mensili.
Quanto guadagna un commercialista “impiegato”?
Logicamente diverso il discorso per un commercialista impiegato presso uno studio. Qui lo stipendio si aggira attorno alle tradizionali retribuzioni impiegatizie e può partire comunque da una base di 1.200 euro netti al mese, soprattutto se si è alle prime armi, per arrivare fino a circa 2.000 euro netti mensili. Chi invece è assunto in una grande azienda, può percepire uno stipendio che parte sempre da 1.200-1.300 euro netti, ma che può aumentare in base alle specifiche specializzazioni del professionista e al lavoro svolto su determinati aspetti della fiscalità aziendale, fino anche a 6.000 euro mensili.
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